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10 grammi di cocaina trovati in carcere a Rossano

Cocaina trovata nel carcere di Rossano: un problema sempre più frequente

Dieci grammi di cocaina sono stati scoperti nel carcere di Rossano, in un episodio che solleva preoccupazioni sul traffico di droga all’interno delle strutture carcerarie italiane. A dare la notizia sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale.

Secondo Durante e Bellucci, il problema dell’ingresso della droga in carcere è sempre più diffuso, a causa del numero crescente di tossicodipendenti detenuti. “Rispetto a questa problematica, dovremmo fare molto di più, prendendo ad esempio il carcere di Rimini, dove da molti anni esiste un piccolo reparto dedicato ai tossicodipendenti”, affermano i due dirigenti sindacali. Questo reparto, che conta 16 posti, offre ai detenuti la possibilità di sottoscrivere un programma di recupero, impegnandosi a non assumere sostanze alternative come il metadone, a partecipare a corsi di formazione e a lavorare.

Una volta superata questa fase iniziale, i detenuti vengono destinati alla comunità esterna e, secondo Durante e Bellucci, la maggior parte di loro non fa più ritorno in carcere, riducendo così al minimo il rischio di recidiva. Inoltre, esiste una legislazione favorevole che consente a coloro che hanno superato o stanno seguendo un programma di recupero di uscire dal carcere. “Questa è la strada da seguire per rimuovere i tossicodipendenti dalle carceri e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti”, sostengono i due sindacalisti. Sottolineano anche l’importanza delle attività di prevenzione, come l’utilizzo di unità cinofile per individuare la presenza di droga.

Il traffico di droga nelle carceri italiane: una sfida crescente

Il recente ritrovamento di dieci grammi di cocaina nel carcere di Rossano solleva nuovamente il problema del traffico di droga all’interno delle carceri italiane. Secondo Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale, il numero sempre maggiore di tossicodipendenti detenuti rende questa situazione sempre più frequente.

Durante e Bellucci sottolineano l’importanza di seguire l’esempio del carcere di Rimini, dove esiste un reparto dedicato ai tossicodipendenti. Questo reparto offre ai detenuti la possibilità di intraprendere un percorso di recupero, impegnandosi a non assumere sostanze alternative come il metadone, a partecipare a corsi di formazione e a lavorare. Una volta completato questo percorso, i detenuti vengono destinati alla comunità esterna, riducendo così il rischio di recidiva.

Inoltre, Durante e Bellucci sottolineano che esiste una legislazione favorevole che consente ai detenuti che hanno superato o stanno seguendo un programma di recupero di uscire dal carcere. Questa è considerata la soluzione migliore per rimuovere i tossicodipendenti dalle carceri e limitare l’ingresso di sostanze stupefacenti. Tuttavia, i due sindacalisti sottolineano anche l’importanza delle attività di prevenzione, come l’utilizzo di unità cinofile per individuare la presenza di droga.

La necessità di affrontare il traffico di droga nelle carceri italiane

Il ritrovamento di dieci grammi di cocaina nel carcere di Rossano evidenzia la crescente sfida del traffico di droga all’interno delle carceri italiane. Secondo Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale, il numero sempre maggiore di tossicodipendenti detenuti rende questa situazione sempre più comune.

Durante e Bellucci sottolineano l’importanza di seguire l’esempio del carcere di Rimini, che ha un reparto dedicato ai tossicodipendenti. Questo reparto offre ai detenuti la possibilità di intraprendere un percorso di recupero, impegnandosi a non assumere sostanze alternative come il metadone, a partecipare a corsi di formazione e a lavorare. Una volta completato questo percorso, i detenuti vengono destinati alla comunità esterna, riducendo così il rischio di recidiva.

Inoltre, Durante e Bellucci sottolineano che esiste una legislazione favorevole che consente ai detenuti che hanno superato o stanno seguendo un programma di recupero di uscire dal carcere. Questa è considerata la soluzione migliore per rimuovere i tossicodipendenti dalle carceri e limitare l’ingresso di sostanze stupefacenti. Tuttavia, i due sindacalisti sottolineano anche l’importanza delle attività di prevenzione, come l’utilizzo di unità cinofile per individuare la presenza di droga.

Redazione

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