venerdì, Giugno 9, 2023
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“LA REPUBBLICA DEI BROCCHI” DI SERGIO RIZZO

Non solo la classe politica, ma anche quella amministrativa, con la compiacenza e la complicità della stampa e della scuola a tutti i livelli: insomma la classe dirigente a tutto tondo. È di questa, che sembra ormai essere diventata un’entità “astratta”, che ha raccontato il giornalista Sergio Rizzo nel suo ultimo libro inchiesta, “La Repubblica dei brocchi”, Feltrinelli Editore, presentato ieri alla Libreria Pagina 348: un viaggio nel mondo del malcostume e dell’incompetenza che accomuna i vertici del nostro Bel Paese, in cui il senso di appartenenza verso la cosa pubblica si sta dissolvendo e le responsabilità si perdono tra le trame della burocrazia.

“Questo libro pone l’accento sull’inadeguatezza di tutta la nostra classe dirigente, non solo politica, ma anche amministrativa, scuola e stampa incluse,” ha spiegato Sergio Rizzo. “Il ‘virus’ della mediocrità ha contagiato tutto, penetrando in profondità e alimentando un sistema ottuso e ripiegato su se stesso, che sembra fatto apposta per funzionare male, per cui chi cerca di andare oltre e vorrebbe cambiare le cose, prima o poi, viene fermato. Quando chi fa politica o amministra una città è impreparato, si va incontro al degrado, mentre, invece, bisognerebbe essere orgogliosi di occuparsi del bene comune e imparare a rendere conto alla comunità intera del proprio operato. Nessuno si assume le proprie responsabilità e questo ostacola la giustizia sociale”.

Senza svelarvi chi siano i veri brocchi, se noi al di qua della “casta”, o loro, granitici nel perseguire i propri interessi personali, ma uniti nel non voler cambiare un sistema ormai in via di decomposizione, possiamo dire che questo libro rappresenta una vera e propria indagine condotta con fervore e ironia. Un itinerario attraverso le cattive abitudini del “dirigente” italiano che non fa sconti a nessuno, sottolineando come la ricerca della mediocrità sia ormai il modello da seguire in un labirinto di leggi che soffocano la giustizia, invece di agevolarla, relegando il cittadino al ruolo di spettatore frustrato e insoddisfatto.

Alessandra Rinaldi

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