lunedì, Ottobre 2, 2023
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Cupido si fa “Social”, tattiche di rimorchio a confronto

Sempre più incontri, con sempre più sconosciuti. Sempre connessi, ma spesso poco presenti. Nell’era del dating online, dei social network e degli smartphone, non sempre educati, aumentano le occasioni di flirtare, creare relazioni, a più livelli. Indubbiamente, il modo di relazionarsi con la gente è nettamente cambiato. Se un tempo, infatti, si era soliti conoscersi con una stretta di mano, attualmente, ci si conosce stringendo amicizia sui Social Network. Mediamente, noi italiani, trascorriamo sui social due ore e mezza al giorno. In Europa siamo tra i primi paesi per quantità di tempo spesa su questi canali. Usiamo i Social per condividere interessi, emozioni e quindi con essi costruiamo delle relazioni. Relazioni che poi, come spesso accade, si sviluppano anche “off-line“.

Oggi risulta più che normale iniziare una conoscenza scrivendosi in chat, nascosti dietro ad uno schermo, senza quell’imbarazzo iniziale, quelle parole sussurrate o urlate, senza sguardi complici. Preferiamo stare con lo smartphone in mano o davanti al pc, invece di goderci una serata all’aria aperta con gli amici o un primo appuntamento fatto di sensazioni particolari.

Anche dal mondo della musica, da più parti, arrivano personali risposte al tema “dell’amore ai tempi dei social”. “Insta Lova” di Gue Pequeno è piuttosto esemplificativa della situazione attuale, in cui “ci si fidanza e si divorzia su Whatsapp”.

Facebook, il nuovo “Cupido”?

Facebook può essere considerato il “Cupido” dei giorni nostri. Ma il corteggiamento? C’è chi lo dà per finito. A inizio 2013 il New York Times ha fatto il punto: incontri online e tecnologia creano maggiore disponibilità di appuntamenti, ma anche maggiore asincronicità, confusione di ruoli e sentimenti, rendendo il corteggiamento disfunzionale, senza intimità, di breve respiro. È l’apoteosi del “rimorchio”? In realtà sembra che all’aumentare dei modi di corteggiare corrisponda un aumento di errori e di possibilità di «scorteggiamento» (come si evince dagli esempi che seguono, tratti da una storia vera.. la mia).

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IL POETA

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L’OSSERVATORE

Il “rimorchio” via web è praticato dai nativi digitali con naturalezza, dai tardivi con l’entusiasmo consapevole del neofita maturo. E non è detto che il corteggiamento online escluda quello offline. Piuttosto lo integra, completa. O simula. Alle rose rosse corrispondono i «like» su Facebook, alle serenate le canzoni di YouTube, ai «Ti amo» sui muri sotto casa le scritte sulla bacheca. Questi nuovi strumenti tecnologici hanno quindi amplificato ciò che, con altri mezzi, gli umani hanno sempre fatto, annullando le barriere temporali e spaziali. Di conseguenza gli utenti stanno modificando le loro pratiche di interazione sociale abituali. All’incontro faccia a faccia si sostituisce, e si integra, il profilo virtuale.

Il corteggiamento 2.0 inizia, infatti, proprio dalla compilazione del profilo. Prima ancora del “come mi vesto?” del primo appuntamento. Il profilo è lo specchio delle brame. Proprie e altrui.

Dalle mie personali ricerche sul campo emerge che le frasi ingenue sono da evitare come quelle ad effetto. Lo conferma la regola delle Tre Esse: diffidare sempre di chi si presenta come «semplice, solare, simpatico». Sono i più noiosi e pigri. La versione femminile a volte è peggio: «Sono un po’ pazzerella!». Oppure: «Scoprimi». Per chi non ama le sorprese, comunque, mai chattare con utenti senza foto.

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IL COLLEGA

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IL FANTASIOSO

“Per corteggiare? Non bisogna corteggiare”

Per corteggiare una donna non devi corteggiarla. Sono fioccati «mi piace» e commenti senza risposta (lei, fedele al paradosso, non si fila chi la corteggia). Se il corteggiamento online punta al primo appuntamento, il corteggiamento reale punta al secondo. Come arrivarci? Se l’amore è un dardo gli sms sono freccette. Vanno a segno, bucherellano il muro, fanno un male incredibile.

Si sa, però, che se sbagli tempo, mossa o battuta, vieni piantato in asso. O diventi l’amico neutro. Terrore di tutti i corteggiatori. Virtuali o reali.

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L’AUDACE

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IL DIRETTO

È diventato tutto molto più frenetico e la comunicazione istantanea ci fa sentire quasi onnipotenti e onniscienti. Abbiamo il mondo a disposizione e possiamo intraprendere una conoscenza con tante persone. Ma siamo proprio sicuri che questa conoscenza di tutto e di tutti ci faccia solo del bene? Immaginiamo la situazione di ansia totale (nella quale tutti almeno una volta ci siamo ritrovati) in cui, certi che l’altra persona sia andata a dormire alle 2, ci svegliamo e ritroviamo sullo schermo della chat quella fatidica frase “ultimo accesso ore 4.35”. O peggio ancora quel maledetto “visualizzato”, al quale non segue nessuna risposta dall’altra parte. “Cosa sarà mai successo?”, “Come devo comportarmi ora?”, “Gli scrivo o no?”, mentre le dita, titubanti, già stanno digitando il messaggio. Viviamo con ansia qualsiasi sia il rapporto che andiamo a creare.

I social network incentivano o distruggono le relazioni personali?

Statistiche dimostrano che negli ultimi anni sono stati i social network i principali motivi di rottura in relazioni tra due persone. Questo perché esistono più relazioni sempre meno profonde. Più del 20% delle coppie che oggi si separano motiva la decisione con i messaggi compromettenti scoperti su Facebook o Whatsapp. Lo sostiene l’Associazione Italiana degli Avvocati Matrimonialisti. Da tempo i Social Network sono entrati nelle nostre case, ma non si ripete altro che sono un pericolo per le relazioni amorose. Un noto blogger ha scritto la frase provocatoria: “I Social Network sono la tomba dell’amore”. Ma davvero? Le cene si fanno silenziose, il computer rimane sempre più acceso, l’intimità si spegne. La relazione muore. E’ colpa di Facebook?

Le relazioni durano se sono fatte sulla base di scelte consapevoli, si sa. E i Social Network possono ingannarci in queste scelte, perché se da un lato facilitano i nuovi incontri, dall’altro difficilmente ci permettono di approfondire i rapporti. Da qui la “gratificante illusione” di non essere soli soltanto perché qualcuno ci sta scrivendo su WhatsApp, perché crediamo che in questo secolo, la solitudine, sia sbloccare lo schermo del proprio smartphone senza trovare notifiche.

 

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