lunedì, Ottobre 2, 2023
Home ARCHIVIO OcchioChe Intervista ai Secondamarea: “In Slow cantiamo il nostro modo di stare al...

Intervista ai Secondamarea: “In Slow cantiamo il nostro modo di stare al mondo”

“Slow” è il titolo del nuovo concept-album dei Secondamarea, il duo milanese e, toscano d’adozione, formato dalla cantante e musicista Ilaria Becchino e dallo scrittore e cantautore Andrea Biscaro. Dodici canzoni dal taglio Pop/Folk che esplorano i temi della natura, del clima, dell’acqua, dei boschi, delle strade bianche e della continua osmosi tra uomo, un essere in rapida evoluzione, e natura. Dodici tracce che hanno il sapore dolce di una fiaba, ognuna con una morale più o meno “amara”. Un disco unico e originale, una sorta di grande inno “alla vitalità della lentezza, del gustare, dell’osservare, del fare secondo natura”.

Secondamarea-Slow-concept-album

“Slow” ha visto la partecipazione di personaggi di rilievo dell’ambiente musicale quali il batterista e percussionista Leziero Rescigno (La Crus, Amour Fou, Mauro Ermanno Giovanardi), il bassista Lucio Enrico Fasino (Patty Pravo, Mario Biondi, Fiorella Mannoia) e il trombettista Raffaele Kohler (Baustelle, Afterhours, Vinicio Capossela). Il video del brano “Petrolio”, primo singolo estratto dall’album, è disponibile su YouTube.

Ecco come il duo si è raccontato e ha raccontato “Slow” nella nostra intervista.

Iniziamo dal principio. Come nasce il vostro duo e perché avete scelto il nome “Secondamarea”?

I Secondamarea esistono più o meno da quindici anni, nascono dall’incontro tra me e Ilaria. Ci siamo conosciuti in vacanza all’Isola del Giglio, dove ora viviamo. In realtà la nostra volontà di fare musica e di scrivere insieme è andata di pari passo con il nostro stare insieme nella vita. Le due cose sono combaciate da subito e continuano a combaciare. Per quanto riguarda il nome, “Seconda” perché i primi non ci piacciono, non ci sono simpatici, preferiamo i secondi. “Marea” perché questa in qualche modo solleva ciò che è nascosto, i significati nascosti e soprattutto le sorprese. E poi perché a nostro parere ha un bel suono, aldilà del significato, e anche graficamente si spaglia bene. E’ una parola nuova che abbiamo ideato noi e che ancora ci accompagna. Ci siamo battezzati così.

Secondamarea-Slow-concept-album

“Slow” è il vostro nuovo concept-album, come nasce un lavoro musicale così originale?

In “Slow” affrontiamo una tematica che non solo ci appartiene perché è il nostro stile di vita ma è un vero e proprio modo di essere, un modo di stare al mondo. Quindi fare un disco di questo genere con un tema forte come quello della natura, della lentezza, del prendersi tempo nel mondo è venuto naturale, spontaneo. Ce l’avevamo dentro già da tanti anni. La composizione delle canzoni è stata rapida proprio perché avevamo la sensazioni che fossero già lì da tanto tempo, pronte per essere cantate. Per questo “Slow” è il nostro disco più intimo, più personale. Però contemporaneamente diventa anche quello più universale.

Tutte le tracce di questo album hanno il sapore di una favola, di un racconto con una morale. Vi attira il genere della fiaba?

Ci attira talmente tanto che abbiamo realizzato, qualche anno fa, un libro cd di favole raccontate e cantate. La favola è il modo più semplice per raccontare le cose, anche nel caso di temi complicati e difficili da far arrivare, come quelli trattati in Slow, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la marcificazione.

Utilizzate i linguaggi tipici della fiaba: tante metafore e tante allusioni come in Sangue di legno: “Tutte le favole cominciano dai boschi”, a dire che la fine degli alberi e il disboscamento corrisponderebbero alla fine delle favole.

Esattamente. Eliminare la natura significa eliminare il gusto del racconto, della magia e della nostra storia.

Secondamarea-Slow-concept-album

Slow, una delle tracce, dà il titolo al vostro album. Può rappresentare la chiave di lettura di questo lavoro musicale?

Sì, è la chiave di lettura.  La canzone “Slow”, non a caso in posizione centrale, riassume e condensa tutta la poetica del disco. La parola slow qui non è usata solo nell’”accezione” di marchio, che si tende a utilizzare ultimamente, come slow food, slow music . Si tratta di un vero e proprio stato mentale.

In Slow cantate “Vieni con noi, torneremo alle radici, distruggeremo i miti e le etichette e le definizioni e le parole vuote, parleremo coi profumi”. La celebrazione, dunque, di un ritorno all’essenziale. Ma anche un invito a prendere parte a una sorta di rivoluzione?

Non crediamo nelle rivoluzioni fatte con le canzoni o comunque attraverso l’arte, sarebbe una cosa utopica. Però pensiamo che attraverso una rivoluzione morbida, come può essere quella delle canzoni, si possano veicolare dei concetti, delle idee che arrivino più velocemente. La canzone è così “leggera” e semplice da diventare un ottimo strumento di sensibilizzazione. Noi saremo già contenti se queste canzoni riusciranno a intrattenere l’ascoltatore, lasciandogli un piccolo pensiero, un surplus di consapevolezza, uno spunto di riflessione.

Secondamarea-Slow-concept-album

Altro tema dell’album è la paura che è paura per una natura che cambia ma anche, e soprattutto, per l’uomo che cambia.

Assolutamente. Quello è il più grande timore. In realtà il vero cambiamento climatico, ancora più spaventoso della morte della barriera corallina e dello scioglimento dei ghiacciai è proprio il “cambiamento climatico” dell’uomo. Un cambiamento così rapido e aggressivo da spaventare tantissimo. Per questo probabilmente ci siamo sentiti di scrivere un disco che parlasse di un tema così scottante. L’artista che vive questo tempo ha la responsabilità di raccontarlo, prima che passi.

L’album si chiude, e non credo sia una scelta casuale, con un “invito musicale” a fare, ciascuno di noi, la nostra parte nel mondo, in “Il mondo vuole te”.

No, non è una scelta casuale. Crediamo sia importante ripartire da noi e ripartire dalla consapevolezza che veramente il mondo ha bisogno di noi, ne ha un bisogno feroce e particolare.

Dove possiamo ascoltarvi prossimamente?

La nostra idea è quella di realizzare concerti che siano più “essenziali” possibile per ora, prima del tour effettivo che partirà dopo l’estate. Quindi raccoglierci nei luoghi che incontrino il gusto, il senso dello stare insieme. Per esempio abbiamo presentato il nostro album già in due enoteche, quindi luoghi adibiti alla degustazione. Poi partirà un “agritour”. La nostra intenzione è quella di far sposare il nostro concerto con la realtà degli agriturismi sparsi in tutta Italia. Quindi abbinare la musica ad un luogo che non è propriamente per la musica. Una sorta di progetto a chilometro zero che valga anche per la musica.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -

ARTICOLI POPOLARI