domenica, Aprile 2, 2023
Home Interviste Educatore Due Punto Zero - Davide Cesolini Racconta il suo "Boom"...

Educatore Due Punto Zero – Davide Cesolini Racconta il suo “Boom” tra Social e Professione

Tre anni fa un giovane educatore decide di portare un progetto innovativo sul Nonno dei Social Network, il Signor Faccia Libro. Oggi quella pagina ha quasi 10.000 follower e sta iniziando la sua strada anche sul web e su Instagram
Per i nostri racconti dedicati alle storie che sono nate in rete, oggi incontriamo Davide Cesolini e le sue pagine educatoreduepuntozero
Come nasce il tuo profilo educatore due punto zero e cosa fai tramite i social?

L’idea di Educatore 2.0 nasce quasi tre anni fa, quando iniziai a pensare di unire la mia passione per la scrittura e per i social network con l’amore per la mia professione di Educatore. A novembre 2019, durante un periodo di stop forzato, trovai il tempo per iniziare questa avventura. Aprii quella che ancora oggi è la pagina Facebook che in questi due anni mi ha dato tantissimo: il mio obiettivo è promuovere la figura dell’educatore professionale e offrire strumenti e idee per crescere professionalmente in questo settore

educatore due punto zero educatore due punto zero

Sei un educatore di professione?
Il mio lavoro nella vita è proprio quello di educatore, si. Lavoro principalmente nell’ambito della disabilità, seguo progetti individualizzati e di gruppo di ragazzi di fasce d’età diverse. Mi occupo anche di formazione per altri professionisti del settore educativo, educatori e insegnanti. Mi diverto un casino

Cosa noti come punto di svantaggio nei bambini che segui?
Ad oggi se devo cercare un punto di svantaggio per tutti coloro che usufruiscono dei servizi alla persona, dal bambino all’anziano passando per l’adolescente e il genitore, questo riguarda la modalità con cui gli stessi servizi a volte vengono erogati. In alcune occasioni ci si dimentica che la persona è più importante di qualsiasi burocrazia

In che cosa secondo te i tuoi colleghi più “anziani” si dovrebbero aggiornare?
Credo che gli educatori professionali come categoria dovrebbero iniziare a ragionare meno alla giornata e più a lungo termine. Questa è una cosa su cui mi batto molto. Non puoi pensare di intraprendere una carriera come quella educativa senza guardare il tuo percorso nell’insieme: ci vuole il coraggio di affrontare i propri limiti, per crescere e diventare persone migliori, in grado di costruire un percorso che segua il nostro ciclo di vita. In questo modo inevitabilmente si migliora anche come professionisti

Su questo giornale nell’ambito di importanti temi legati all’infanzia abbiamo parlato spesso di dipendenza verso le nuove tecnologie anche nei più piccoli. Cosa può fare la tua categorie rispetto a questo?
La dipendenza data dalle nuove tecnologie nelle più giovani generazioni rappresenta una deriva che ogni educatore può arginare, imparando a conoscerle e utilizzarle in modo proattivo, per trasmettere poi questa modalità (sana) a bambini e ragazzi

Spesso leggiamo di “fragilità dei nuovi genitori”. Rispetto alla tua esperienza cosa pensi dei genitori di oggi?

I genitori oggi sono costretti a passare così tante ore lontani da casa che spesso si sentono smarriti davanti ai reali bisogni dei figli: da neo genitore comprendo la difficoltà, da educatore ho modo di rifletterci. Fondamentale è il lavoro su sè stessi. Serve fare chiarezza dentro di sè e offrire questa chiarezza ai figli, che davanti ad un genitore equilibrato e consapevole sapranno farsi guidare più facilmente. Il fenomeno dei genitori fragili lo riscontro comunque oggi meno di qualche anno fa: i genitori sanno aggiornarsi molto velocemente!

Come possiamo aiutare i più piccoli a sviluppare quell’empatia necessaria a prevenire gli episodi di bullismo, cyber bullismo e violenza di genere? Altre tematiche molto care al nostro giornale
Bullismo, cyberbullismo e violenza di genere sono figlie di una mancanza di consapevolezza. I ragazzi che mettono in atto queste modalità spesso sono analfabeti affettivi: significa che non conoscono le loro emozioni oltre che quelle degli altri, e non sanno dare il giusto significato a concetti come empatia o solidarietà. Credo che sia importante introdurre nelle scuole, in modalità diversificate a seconda del grado, laboratori di educazione socio affettiva, magari a discapito di un’ora a settimana di storia o di matematica. Dobbiamo domandarci se vogliamo che domani i nostri ragazzi sappiano a memoria la presa della Bastiglia o se siano adulti solidali ed empatici ben inseriti nel mondo e nella società

Da pagina Facebook educatore due punto zero è diventato un profilo instagram e poi anche un portale. Cosa troveremo sul sito internet educatoreduepuntozero.com ?
Sarà un veicolo di tutte quelle idee che tratterò sui canali social. Una sorta di raccoglitore dove poter trovare una sintesi dettagliata di Educatore 2.0. Racchiuderà un blog e rappresenterà il fulcro della comunicazione online di questo progetto! Oggi è fondamentale offrire strumenti e messaggi in modo fruibile per essere realmente di supporto agli altri: non puoi pensare di voler aiutare tutti dal buio della tua cameretta senza offrire niente in cambio. Le idee, così come le competenze, devono essere condivise e messe a disposizione, perchè sono di tutti

Serena Basciani
Serena Bascianihttp://www.serenabasciani.it
Appassionata di Letteratura, critica letteraria e affascinata da tutti i Mass media a partire dalla smemoranda passando per la tv e arrivando ai social network. Giornalista. Content Editor e Consulente in Comunicazione per piccole e grandi aziende e per i liberi professionisti che vogliono investire nel lavoro di Personal Branding. Per 15 anni ufficio stampa di Annalisa Minetti ed al suo fianco in tutte le imprese sportive e musicali come Sanremo 2005, le paralimpiadi di Londra e la maratona di New York, Tale e Quale Show e Ora o Mai Più (trasmissioni di punta della prima serata Raiuno). Il lavoro in cui c’è tutta la sua anima è il libro di medicina narrativa, Prendersi Cura di Sè con le Parole di Simona Amorese, curato per Edizioni Gribaudo. Oggi al timone di Occhio Che come Direttore Editoriale e di altri portali tematici. Nel 2012, quando era Direttore del mensile Vivessere, è stata premiata come Direttore Responsabile più giovane in Italia dal circolo della stampa di Milano. Oggi studia e si aggiorna continuamente per applicare la passione della scrittura al mondo digitale.
RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -

ARTICOLI POPOLARI