Sembra non accennare a finire questa nuova crisi del mercato delle criptovalute. Dopo la notizia del presunto crack della New Financial Technology oggi ci troviamo di fronte ad un nuovo fallimento. Si tratta della cripto-banca Nuri, che ha presentato procedimento fallimentare a Berlino il 10 Agosto. Si legge dalle colonne della maggiore agenzia di stampa italiana, l’ansa, che riporta anche le dichiarazioni di Handelsblatt, l’autorevole quotidiano tedesco di economia, secondo cui questa sarebbe:
“la prima fintech tedesca a dichiarare fallimento a causa del crollo del mercato delle criptovalute”
Non si può più parlare, dunque, di accenno di crisi, ma si tratterebbe di una vera e propria crisi in piena regola per il mercato delle criptovalute, che dopo aver bruciato più di 4 mila posti di lavoro ora rischia di bruciare anche i fondi degli investitori.
Nuri, Cripto-Banca dichiara Procedimento Fallimentare
La Cripto-Banca Nuri era nata nel 2015 a Berlino. Si tratterebbe di un’insolvenza temporanea, la sua, necessaria per mettere in pratica una ricostruzione lampo e la banca assicura che i fondi degli investitori sono al sicuro. Secondo le stime dell’azienda stessa il patrimonio totale di cui disponeva, grazie agli investimenti dei propri clienti, era di 500 milioni di euro. La crisi economica, insieme alla guerra e al periodo pandemico, sarebbero state fatali alla vita di Nuri, che dunque nella notte tra il 9 ed il 10 Agosto ha avviato le procedure per dichiarare fallimento.
Criptovalute: Si tratta di una grande crisi
L’ultima flessione nel mercato delle criptovalute è stata quella del 2018 ed è durata più di due anni. Negli ultimi mesi è stata la gallina dalle uova d’oro del mercato delle criptovalute, il bitcoin, ad alzare bandiera bianca: il suo valore è passato dal punto massimo di 48.000 dollari ai 21.000 di Giugno. Sarà che il bitcoin ha visto la luce nel 2019, prima delle crisi finanziaria, sarà che gli esperti prevedono ancora due anni difficili per il mondo delle criptovalute. In generale tra investitori ed esperti della materia non serpeggia lo stesso pessimismo che caratterizzò gli anni di crisi dal 2018 fino all’arrivo del massimo valore del bitcoin. Si prevede che la situazione abbia bisogno solo di “resistenza” da parte degli investitori, dovrebbe servire, infatti, una ripresa del mercato azionario, prima di ogni cosa, per poter comunicare a vedere una ripresa anche in quello delle crypto.
Bitcoin: -61% e prima vera crisi della moneta virtuale
A novembre 2021, momento di massimo splendore per le criptovalute, la capitalizzazione del mercato era di circa 3.000 miliardi di dollari. Ora è intorno ai 962 miliardi di dollari. Il Bitcoin è in calo del 61%, mentre Ethereum addirittura del 73%. A Giugno la situazione, anche considerata l’inflazione, sembrava disastrosa, oggi giungono dati minimamente confortanti per quanto riguarda il bitcoin, che torna a far segnare colore verde, e si riprende di qualche punto percentuale. Oggi viene scambiato sopra i 24.000 dollari, cifra ancora lontana dallo splendore degli otre 48.000, ma pur sempre un segnale di ripresa.
Sarà davvero difficile fare previsioni visti i dati contrastanti che si rincorrono da settimane; agli investitori, grandi e piccoli, gli esperti raccomandano prudenza rispetto a chi promette profitti percentuali molto alti e rapidi, e resistenza, per chi invece ha investito in società solide, che dovranno resistere alla crisi per tornare ai fasti degli anni pre-pandemici.