La nazionale femminile italiana di pallavolo rischia di perdere la miglior schiacciatrice-opposto degli ultimi tempi: Paola Egonu. La pallavolista di Cittadella, subito dopo la vittoria del bronzo contro gli Stati Uniti, si lascia andare ad un duro sfogo a bordo campo con il suo procuratore:
Basta! Basta! Non puoi capire, è stancante. Mi hanno chiesto addirittura perché sono italiana. Questa è la mia ultima partita con la Nazionale
Le parole dell’Egonu non contengono solamente una pesante accusa di razzismo e ignoranza ma evidenziano anche la frustrazione e la pressione che gli atleti subiscono. Un bronzo, dunque, che anziché farci gioire lascia l’amaro in bocca. Quando l’Italia vince siamo tutti pronti a festeggiare, quando invece perde (è successo contro il Brasile), siamo tutti bravi a cercare un capro espiatorio a cui dare la colpa della sconfitta. Ed è così che Paola Egonu fallisce perché è “diversa” e non ci rappresenta.
Egonu conferma il malessere che sta vivendo
In seguito, nelle interviste ufficiali post-partita alla Rai e a Repubblica, Paola Egonu chiarisce la sua posizione confermando il malessere dell’ultimo periodo e spiegando che
quando mi domandano perché sono italiana io mi chiedo perché rappresento persone del genere. Ci metto sempre l’anima e il cuore, fa male
e sul suo futuro in nazionale aggiunge:
l’addio potrebbe essere temporaneo, limitato solamente alla prossima estate, Ho bisogno di un’estate libera per riposare e staccare
Paola Egonu: razzismo e pressione
Dalle parole dell‘Egonu, dunque, si evince un duplice motivo della sua frustrazione: non solo il razzismo subito sui social networks ma anche la stanchezza e la pressione psicologica che molti atleti come lei subiscono soprattutto se in ballo ci sono grandi aspettative da non deludere. Paola Egonu in questi anni non ha fatto nulla per sottrarsi alle attenzioni positive e negative, ha sempre assorbito tutto come una spugna. Ha portato e continua a portare addosso il peso di essere un simbolo di eccellenza e progressismo di un paese diviso su molti temi sociali.
Paola Egonu: chi è?
Molti non sanno, evidentemente, che Paola Ogechi Egonu nasce a Cittadella (PD) nel 1998 da genitori di nazionalità nigeriana. Gioca nella Nazionale under 18, nell’under 19 e nell’ under 20, per poi approdare nel 2015 alla Nazionale maggiore. Nel 2018 vince la medaglia d’argento ai Mondiali; nel 2019 la medaglia di bronzo agli Europei. Nel 2021 viene scelta come portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di Tokyo. Vince 2 campionati italiani, 5 coppe Italia e 2 Champions League. Insomma, a 23 anni è già una leggenda.
Egonu riceve la chiamata del premier Mario Draghi
ll giorno successivo alla partita, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiamato Paola Egonu esprimendo la sua vicinanza e in un tweet pubblicato da Palazzo Chigi si legge che il premier esprime “piena solidarietà alla campionessa di volley Paola Egonu nella telefonata di questa mattina. L’atleta azzurra è un orgoglio dello sport italiano, avrà future occasioni per vincere altri trofei indossando la maglia della Nazionale”.
Caso Egonu: l’opinione pubblica
Una parte dell’opinione pubblica ha provato a evitare in fretta la componente razzista nella decisione di Egonu. Molti tengono a specificare che non ci sia alcuna forma di razzismo: discutiamo solamente di un’atleta da cui ci si aspetta molto e che dovrebbe saper gestire le critiche e la pressione. Eppure, fin dove è lecito che un’atleta sopporti questa pressione? Il commento o il post sui social di un semplice estraneo non conta nulla per un’atleta abituata alla sovraesposizione mediatica e alla gogna pubblica? Questo non possiamo saperlo, dovremmo limitarci ad ascoltare le parole di Egonu per provare a capire e a metterci nei suoi panni. Ascoltare lei, o chi può parlare con cognizione di causa di questa forma di razzismo, come Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale che si è identificata nel disagio di Egonu. Scego parla di come il razzismo possa “sfinire” e togliere le energie e di come possa tradursi in espressioni più subdole e sottili. L’altra parte dell’opinione pubblica però è composta da coloro che sanno che il mondo è necessariamente in cammino verso il cambiamento e che considerano Paola Egonu un orgoglio italiano, nelle vittorie e nelle sconfitte.