I Gemini: un anno incredibile. Ci piacerebbe fare la colonna sonora di un Film…
Giovani, frizzanti, freschi di un secondo posto al Premio Mia Martini: i Gemini nel 2022 hanno raggiunto grandi obiettivi, e mostrano sempre di più di essere una grande promessa della musica italiana. Con il brano È Natale finché vuoi stanno emozionando il pubblico, grazie alla loro delicatezza che li vede uniti in un progetto cantato insieme a bambini italiani, polacchi e ucraini.
In questa intervista, il leader e frontman del gruppo, Antonio Sambalotti, si racconta così in un bilancio di fine anno.
La soddisfazione più grande di È Natale finché vuoi?
Aver incontrato il sentimento di molte persone. C’è un vero desiderio di riabbracciare pace e serenità nel mondo. E poi, chissà, ci piacerebbe aver regalato un sorriso a quei bambini con questa canzone.
Un brano che non è solo natalizio. Ci sono le campane, ma anche i classici strumenti rock. E il testo lo dice chiaramente: può essere Natale tutto l’anno, se lo si vuole…
Esatto. Ci piaceva l’idea di realizzare una canzone che, anche ascoltata in un altro periodo dell’anno, non perdesse comunque il suo significato principale. Buone intenzioni e voglia di aiutare il prossimo possono davvero esserci sempre. Per questo definirei la canzone innanzitutto un vero progetto.
Questa canzone arriva dopo un secondo posto al Premio Mia Martini con il brano Sapore d’estate. Cosa rappresenta quel podio?
Il secondo posto è stato un traguardo importantissimo e, fino al momento della proclamazione, quasi insperato. Era una scommessa portare un brano come Sapore d’estate, ma la giuria ha capito il vero messaggio della canzone, in cui si parlava anche di una storia d’amore, di un sentimento che permette di considerare l’estate uno stato d’animo più che una stagione. Ecco, trovare il riscontro in una giuria di professionisti, per un concorso prestigioso come il Mia Martini, è stata una grandissima soddisfazione.
Il 2022 un anno che vi ha visti protagonisti, da The Band a Don’t forget the Lyrics fino a E viva il videobox. La vostra musica sta facendo il giro dell’Italia…
Ci riflettevamo proprio qualche giorno fa, mettendoci a fare un bilancio sul 2022. Ci siamo resi conto che di strada ne è stata fatta parecchia, con esperienze importanti che ci danno una grande carica.
Non siamo più solo la band conosciuta ad Anagni, ma addirittura un motivo di orgoglio per la stessa città e questo ci riempie di gioia
I vostri brani sono sempre accompagnati da una grande cura per i videoclip. Anche È Natale finché vuoi assume ancor più significato vedendovi cantare uniti ai bambini de Le dolci note…
Oggi come oggi conta moltissimo il film della canzone, a volte giustifica addirittura il senso di ciò che si sta cantando. Il video de La superficie lo registrammo a Trastevere, con protagonista Ricky Memphis. Fu un’esperienza importante, a cui inconsapevolmente mi rifaccio sempre. Da quel momento ogni volta che scrivo le canzoni immagino già le scene del video, che in qualche modo devono rispecchiare la mia interpretazione.
Non ti dà fastidio l’idea che il pubblico possa ricavarne un senso diverso da quello che volevate dare voi?
Finora non è mai successo, forse proprio perché musica e immagini sono sempre andate a braccetto. Poi certo, si rispecchia in modi diversi in certi brani e certe scene, a seconda delle situazioni che si stanno vivendo. La cosa più importante, comunque, credo sia sempre colpire nel segno l’emozione della gente.
Tu hai cantato anche la sigla di Baby Boss, la serie in onda su Netflix. Sembra ci sia una certa passione per il cinema.
Soprattutto dei film di fantascienza. Amo quelli della Marvel: tutti nella band non riusciamo a fare a meno di vederli in anteprima appena escono al cinema.
Nel futuro potrebbero esserci nuove colonne sonore?
Chissà. Certo, è un’esperienza che ci divertirebbe molto, perché ci permetterebbe di unire le nostre grandi passioni. In un film la musica è fondamentale. Basti pensare che nei film di Charlie Chaplin o Buster Keaton, la colonna sonora faceva da padrona. Ecco, si potrebbe persino rimusicare un film muto, riproducendo tutti quei suoni che all’epoca restavano nascosti.