Arrestati padre e figlio: gestivano una piazza di spaccio virtuale su Telegram - Occhioche.it
Un’operazione dei Carabinieri ha portato all’arresto di un padre e di un figlio per spaccio di sostanze stupefacenti. I due, utilizzando Telegram come piattaforma di comunicazione, sono stati scoperti mentre gestivano una vera e propria attività illecita. L’intervento delle forze dell’ordine evidenzia come anche le nuove tecnologie possano essere sfruttate per operazioni criminali.
In un’operazione di controllo della zona di Borghesiana, i Carabinieri della stazione di Tor Vergata hanno notato un comportamento sospetto. Davanti alla centralina dell’acqua in via Villafranca, due uomini si trovavano a bordo di una SMART, scambiandosi messaggi con fervore. La situazione ha immediatamente destato l’attenzione delle forze dell’ordine, che hanno deciso di intervenire con un controllo approfondito.
Al momento dell’ispezione, il giovane di 20 anni stringeva in mano il suo cellulare, sul quale era aperta una chat denominata ‘Bubble Top Top’. Questo canale WhatsApp si era trasformato nella loro piazza di spaccio virtuale. Durante il controllo, i Carabinieri hanno verificato che la chat conteneva informazioni dettagliate riguardanti il prezzo e le modalità di scambio della droga. I militari hanno operato con cautela; il pregiudicato ha rivelato in un primo momento di avere solo pochi amici nei contatti.
Non appena i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due, sono venuti a trovare in casa una scorta di sostanze stupefacenti. I militari hanno rinvenuto 92 grammi di hashish e sette dosi di cocaina. Oltre a questo, il materiale per il confezionamento delle sostanze, un particolare che ha sicuramente alimentato i sospetti delle forze dell’ordine sulla natura illecita dell’attività condotta dal duo.
Alla sostanza stupefacente si aggiunge la confisca di 1230 euro in contante. Questa somma, secondo le indagini preliminari, è considerata provento dell’attività di spaccio. Il sequestro di denaro e sostanze ha confermato l’idea dei Carabinieri: la chat era una vera e propria piattaforma per l’attività illecita e non solo un’inocua conversazione tra due individui.
Dopo il fermo, i due sono stati arrestati e le autorità stanno ora indagando più a fondo per chiudere il cerchio attorno alla rete di spaccio di cui facevano parte. Le accuse comprendono non solo lo spaccio di droga, ma anche la gestione di un’attività illecita tramite canali digitali. La diffusione della tecnologia ha reso più difficile il rilevamento delle operazioni di spaccio tradizionali, ma gli organi di polizia stanno adattando le loro strategie per combattere fenomeni emergenti come questo.
Il caso di padre e figlio evidenzia una nuova frontiera nel traffico di sostanze stupefacenti. I social media e le applicazioni di messaggistica istantanea sono sempre più frequentemente usati dai trafficanti, mettendo in luce la necessità di un intervento legislativo e di strategie di controllo più efficaci. Le forze dell’ordine si trovano ad affrontare non solo la tradizionale criminalità, ma anche una serie di sfide nuove e complesse da gestire.
La vicenda di Borghesiana sottolinea quindi come l’innovazione tecnologica possa essere sia un’opportunità che una sfida per la sicurezza pubblica e il mantenimento dell’ordine.
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