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Arrestato per femminicidio: GIP vietava alla moglie di uscire

Giulio Camilli in carcere per l’omicidio della moglie

Giulio Camilli, pastore 73enne, è stato posto in custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver ucciso sua moglie nella loro casa a Sant’Oreste, un piccolo comune in provincia di Roma. La richiesta di custodia cautelare è stata presentata dalla Procura di Tivoli e accolta dal gip. Durante l’udienza di convalida, Camilli ha scelto di non rispondere alle domande.

Ferite sospette e indagini in corso

La sera dell’1 gennaio, Rosa D’Ascenzo è stata portata senza vita al pronto soccorso di Civita Castellana dal marito, il quale ha raccontato di una caduta accidentale dalle scale di casa causata da un malore. Tuttavia, i medici hanno rilevato ferite sulla testa e sul corpo che non sembravano compatibili con un incidente domestico. Questo ha sollevato sospetti e ha portato all’avvio delle indagini. Il gip ha descritto le ferite come “ecchimosi a ridosso delle mani, delle gambe, al tronco e agli arti superiori, con segni addirittura riconducibili a morsi”.

I carabinieri hanno effettuato un sopralluogo all’interno dell’abitazione della coppia, isolando tracce di sangue sulla porta d’ingresso, su un tubo metallico trovato in cucina, sul frigorifero e su una padella nel corridoio. Questi elementi hanno portato al decreto di fermo emesso dalla Procura di Tivoli nei confronti del marito.

Un quadro di violenza domestica

Il gip ha descritto Giulio Camilli come un uomo “dispotico e, a volte, violento” che viveva in isolamento dal resto del mondo e spesso litigava con sua moglie, vietandole di uscire di casa. Non risultano denunce precedenti presentate dalla donna alle forze dell’ordine, ma la Procura ha sottolineato che, nonostante la presunzione d’innocenza, si sta delineando un quadro di violenza domestica che ha portato alla morte della donna.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Bracciano sono ancora in corso. Sono in corso accertamenti medico-legali sul corpo della vittima e la rete sociale è stata attivata per acquisire informazioni utili a verificare se ci fossero segnali o fattori di rischio che avrebbero potuto prevenire il femminicidio.

Redazione

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