Assemblea capitolina: bagarre tra Svetlana Celli e Emanuele Licopodio, chiesta espulsione dal consiglio

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Assemblea capitolina: bagarre tra Svetlana Celli e Emanuele Licopodio, chiesta espulsione dal consiglio - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 5 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi

La recente seduta dell’Assemblea capitolina ha visto un episodio di tensione significativa tra la presidente Svetlana Celli e il consigliere municipale Emanuele Licopodio, esponente della Lega. Questo scontro, avvenuto in un contesto di discussioni tese, ha sollevato interrogativi sull’operato istituzionale e sulle modalità di conduzione dei lavori. La richiesta di Daspo per Licopodio, comunicata dalla Celli, porta alla luce problemi più ampi legati alla gestione delle assise consiliari e alla necessità di un rispetto delle regole democratiche.

L’incidente in aula: l’alterco tra Celli e Licopodio

Le dinamiche dello scontro

La tensione è esplosa quando Licopodio ha cercato di avvicinarsi alla presidente Celli, protestando contro la gestione dei lavori dell’Aula. Il consigliere, trattenuto dai vigili urbani, ha reso necessario l’intervento della presidente, che ha deciso di interrompere la seduta. Questo episodio, accaduto durante una discussione sugli argomenti all’ordine del giorno, ha messo in evidenza complicazioni nelle relazioni tra i gruppi consiliari e ha coinvolto direttamente la figura di Celli, costretta a gestire una situazione di forte conflitto.

Il contesto e le richieste di modifica dell’ordine del giorno

Secondo quanto dichiarato da Celli, il tentativo di bloccare la seduta per aggiornare l’ordine del giorno proveniva da un gruppo di amministratori del Municipio VI, capitanati dal presidente Nicola Franco. La richiesta, considerata inopportuna, ha portato ad un’accesa discussione, nella quale si sono mescolate istanze legittime e modalità inadeguate di espressione. La presidente ha spiegato che, pur comprendendo le motivazioni che avevano spinto i consiglieri a sollecitare un intervento, ha ritenuto necessario mantenere la regolarità dei lavori e rimandare ogni decisione alla Conferenza dei capigruppo.

La richiesta di Daspo e il richiamo alle istituzioni

Le dichiarazioni di Svetlana Celli

Dopo l’incidente, Celli ha evidenziato la necessità di adottare misure adeguate contro comportamenti che non si allineano al rispetto delle istituzioni democratiche. La richiesta di Daspo per Licopodio è un segno della sua volontà di instaurare un clima di collaborazione e rispetto tra le diverse forze politiche. “Non credo che i problemi della città possano essere discussi e risolti con atti di forza,” ha sottolineato la presidente, esprimendo forte disapprovazione per l’episodio accaduto.

L’importanza della collaborazione istituzionale

Le dichiarazioni di Celli pongono l’accento sull’importanza di una condotta responsabile da parte di tutti i membri del consiglio. Il rispetto reciproco e l’adesione alle regole stabilite sono fondamentali per mantenere l’integrità delle istituzioni. La presidente ha ribadito che saranno discussi anche i temi della carenza di personale nelle sedi municipali, sottolineando la necessità di un Consiglio straordinario in cui tutti i Municipi possano partecipare attivamente.

Le reazioni e il supporto ricevuto

Messaggi di solidarietà

Le conseguenze dell’episodio non si sono limitate al conflitto immediato. Dopo gli eventi, Celli ha ricevuto numerosi messaggi di sostegno da parte di colleghi consiglieri e cittadini. Questo supporto evidenzia un clima di unità e collaborazione tra i membri dell’Assemblea, che riconoscono l’importanza di proteggere le istituzioni da comportamenti che possono minacciarne l’integrità.

Una riflessione sul futuro dell’Assemblea capitolina

L’incidente e le sue ripercussioni sollevano interrogativi sulla direzione futura dell’Assemblea capitolina. È essenziale che i rappresentanti, in particolar modo in momenti di crisi, dimostrino maturità e capacità di dialogo. I cittadini osservano attentamente, e le azioni intraprese in risposta a tali eventi definiranno non solo il presente, ma anche il futuro del governo locale e la fiducia nei meccanismi democratici.

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