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Atac e il problema della salute dei lavoratori: il sindacalista Frullo denuncia l’usura del lavoro

La situazione dei dipendenti Atac, l’azienda di trasporti pubblici di Roma, è sempre più critica. Le recenti dichiarazioni del sindacalista Michele Frullo dell’Usb pongono l’accento su un problema molto serio: l’usura del lavoro e le conseguenti malattie che colpiscono gli autisti. Nonostante il piano industriale dell’azienda preveda di ridurre l’assenteismo, Frullo sostiene che questo non è un problema, ma una conseguenza delle difficili condizioni lavorative.

Lotta all’assenteismo: il piano di Atac

Nel piano industriale presentato da Atac, l’obiettivo è chiaro: ridurre l’assenteismo dei conducenti dall’attuale 13,1% previsto per il 2023 al 10% entro il 2027. Tuttavia, Frullo mette in discussione questa iniziativa, affermando che non si può parlare di assenteismo in senso stretto. “Gli autisti si ammalano a causa delle condizioni pesanti di lavoro”, afferma nel suo intervento a RomaToday. Ogni autista naviga nel traffico di Roma percorrendo annualmente circa 16.800 chilometri, che potrebbero aumentare fino a sfiorare i 18.000 chilometri nei prossimi anni. Frullo paragona queste percorrenze a un viaggio di quasi metà giro della Terra, sottolineando il fatto che l’elevato carico di lavoro non consente un adeguato recupero fisico.

L’assenza di pause rigenerative è aggravata dalla carenza cronica di personale, la quale costringe i lavoratori a turni intensi e privi di riposo. “La mancanza di personale significa non avere il tempo per recuperare — sostiene Frullo — e ciò porta inevitabilmente a malattie e problemi di salute tra gli autisti.”

La situazione dei mezzi pubblici

Uno dei principali fattori che contribuiscono a questa situazione è lo stato delle vetture in servizio. Secondo Frullo, il parco autobus di Atac versa in condizioni precarie, con veicoli che in molti casi hanno già oltre 18 anni di servizio. “Se non riceviamo nuovi autobus saremo in difficoltà — afferma Frullo — e questo è esemplificato dal fatto che lunedì scorso abbiamo avuto quasi 20 autisti fermi a causa di guasti dei mezzi.” Questa diretta correlazione tra mezzi guasti e incapacità di rispettare neanche i minimi obiettivi di produzione chilometrica aggrava ulteriormente le difficoltà operative degli autisti, generando stress e aumento del rischio di malattia.

La gestione della flotta di Atac è quindi centrale nel dibattito sull’efficienza e sull’adeguatezza delle condizioni lavorative. Solo con un ammodernamento sostanziale dei mezzi la situazione potrebbe migliorare, consentendo la possibilità di una programmazione più razionale del lavoro per gli autisti.

La questione delle ferie non godute

Un altro aspetto che Frullo sottolinea è il tema del diritto al riposo. Gli autisti di Atac hanno accumulato un numero impressionante di ferie non godute, che, secondo le stime della Cgil, ammonta a 17.000 giorni non utilizzati da parte dei circa 5.200 autisti. “Io stesso ho circa 80 giorni di ferie arretrate, e molti colleghi superano i 100”, afferma, evidenziando così la mancanza di una soluzione nel piano industriale di Atac per gestire questo problema.

Frullo avverte che se i lavoratori non hanno l’opportunità di riposare adeguatamente per ricaricare le energie, la salute ne risentirà gravemente, contribuendo a un incremento delle malattie lavorative. La carenza di personale, insieme alla necessità di gestire ferie arretrate e malattie, genera un ciclo vizioso dove il recupero diventa sempre più difficile.

Nuove assunzioni e necessità di ulteriori risorse

Atac ha già avviato un programma di assunzione di nuovi autisti nella speranza di attenuare i problemi di gestione del personale. Attualmente, risultano idonei 389 dei 400 autisti previsti nel piano di reclutamento. Tuttavia, per Frullo, anche questa misura è insufficiente. “Servirebbe un ulteriore concorso per assumere un numero maggiore di persone”, spiega.

La necessità di aumentare il personale non deriva solo dalla volontà di diminuire i carichi di lavoro, ma anche dalla pressione costante esistente su un team già esausto. Solo affrontando questa questione in modo serio, con una visione articolata e strategica, l’azienda potrà sperare di migliorare le condizioni lavorative e la salute dei dipendenti.

In un contesto già di per sé difficile, risolvere le problematiche legate ai mezzi pubblici, alle ferie accumulate e all’assunzione di nuovo personale potrebbe rappresentare le chiavi per un futuro migliore per gli autisti di Atac e per il servizio stesso che offrono alla comunità di Roma.

Redazione

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