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Attacco droni in Giordania: 3 soldati Usa uccisi, l’escalation nel Medio Oriente

Attacco di droni in Giordania: tre soldati americani uccisi e 25 feriti

Tre soldati dell’esercito americano sono stati uccisi e almeno 25 membri in servizio sono rimasti feriti in un attacco di droni durante la notte contro un piccolo avamposto americano in Giordania. Lo hanno reso noto funzionari statunitensi alla Cnn. Questo tragico evento rappresenta la prima volta che truppe americane vengono uccise dal fuoco nemico in Medio Oriente dall’inizio della guerra di Gaza.

Un attacco di droni senza precedenti

Il Comando Centrale degli Stati Uniti ha confermato in una dichiarazione che tre membri del servizio sono stati uccisi e 25 feriti in un attacco di droni a senso unico che “ha avuto un impatto su una base nel nord-est della Giordania”. L’uccisione dei tre americani in territorio giordano, al confine con la Siria, rappresenta una significativa escalation di una situazione già precaria in Medio Oriente. Negli ultimi giorni, si sono verificati più di 158 attacchi contro gli Stati Uniti e le forze della coalizione in Iraq e Siria, ma la maggior parte di essi non ha causato lesioni gravi o danni alle infrastrutture.

Biden accusa l’Iran

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che l’attacco è stato effettuato da gruppi militanti radicali sostenuti dall’Iran che operano in Siria e Iraq. “Mentre stiamo ancora raccogliendo i fatti di questo attacco, sappiamo che è stato effettuato da gruppi militanti radicali sostenuti dall’Iran che operano in Siria e Iraq”, ha affermato Biden. “Non abbiate dubbi – ha aggiunto – chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che sceglieremo”.

Questo attacco di droni in Giordania rappresenta un grave sviluppo nella situazione già tesa del Medio Oriente. Le autorità statunitensi stanno indagando ulteriormente per determinare i dettagli dell’attacco e identificare i responsabili. Nel frattempo, l’esercito americano sta rafforzando le misure di sicurezza nelle basi militari della regione per proteggere il personale e prevenire futuri attacchi. La comunità internazionale è in attesa di ulteriori sviluppi e spera che una soluzione diplomatica possa essere trovata per ridurre le tensioni nella regione.

Redazione

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