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Attivisti di Extinction Rebellion espulsi e vietati a Venezia: foglio di via e Daspo

Extinction Rebellion: 28 persone denunciate dopo la protesta a Venezia

Dopo l’azione di ieri di Extinction Rebellion, in cui sono state tinte di verde le acque del Canal Grande e di altri fiumi e canali italiani, 28 persone sono state portate in Questura, a Venezia, e rilasciate dopo 6 ore. Sono state tutte denunciate per manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio, sversamento di sostanze pericolose in concorso. A cinque di loro è stato rilasciato un foglio di via obbligatorio di 4 anni e a 3 persone un Daspo urbano di 48 ore. Sono stati sequestrati tutti i materiali, comprese alcune macchine fotografiche.

Secondo Extinction Rebellion, le denunce sono “completamente pretestuose, senza alcun legame con i fatti realmente commessi. Denunce notificate indiscriminatamente a tutte le persone identificate”. Tra le persone portate in questura, c’era anche un turista di passaggio a Venezia e quattro persone dell’ufficio stampa, tra cui fotografi e videomaker. Ad eccezione del turista, tutte le altre persone sono state denunciate per tutti e quattro i capi d’accusa, anche se si limitavano a distribuire volantini o a documentare l’evento con foto e video.

L’organizzazione denuncia inoltre che cinque persone siano state espulse da Venezia per 4 anni, nonostante alcune di loro siano studentesse alla Ca’ Foscari di Venezia. Questo provvedimento è considerato illegittimo da Extinction Rebellion, in quanto si tratta di un’applicazione impropria di una misura pensata per reati di mafia e che, secondo la legge stessa, non può essere applicata a chi ha un legame con la città.

Secondo l’organizzazione, il Questore di Venezia, in accordo con il sindaco Brugnaro e il ministro delle Infrastrutture Salvini, ha deciso arbitrariamente che alcune persone che hanno partecipato alla manifestazione siano colpevoli di reati gravi, rendendole “persone pericolose” e giustificando così l’allontanamento dalla città per quattro anni. Questa decisione violerebbe il diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero.

Negli ultimi mesi, in Italia, le persone che scendono in strada per denunciare l’incapacità dei governi mondiali e del governo italiano nell’affrontare la crisi climatica vengono definite, dalle questure delle città, “un pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico”. Di conseguenza, vengono sistematicamente espulse dalle città senza nemmeno aspettare i processi. Extinction Rebellion denuncia che le questure di tutta Italia notificano denunce pretestuose per reati non commessi, costruendo una narrazione che definisce chi aderisce ai movimenti climatici come “ecoterrorista”, “ecovandalo” e “criminale”. Queste denunce vengono spesso non perseguite dai magistrati o viene chiesta l’archiviazione, ma servono come tentativo di spaventare, intimidire e isolare coloro che esprimono il loro dissenso.

L’azione di Extinction Rebellion a Venezia ha suscitato un dibattito sul diritto alla protesta e sulla gestione delle manifestazioni da parte delle autorità. Molti sostengono che la risposta delle forze dell’ordine sia stata eccessiva e che le denunce siano state strumentalizzate per reprimere il movimento ambientalista. La vicenda solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sulle misure di sicurezza adottate nei confronti dei manifestanti.

Redazione

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