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Aumento della povertà a Genova: lavoratori costretti a mangiare per terra nella chiesa

Nuove povertà a Genova: aumentano le persone senza tetto

Durante il tradizionale incontro di Natale dell’arcivescovo Marco Tasca con i giornalisti, i membri del collegio episcopale della diocesi di Genova hanno evidenziato le nuove povertà che stanno emergendo nella città. In particolare, si è sottolineato il preoccupante aumento delle persone senza tetto, con almeno 150 individui che dormono per strada. Secondo uno dei sacerdoti presenti, “non era mai capitato in città un numero così alto”.

La situazione dei senza tetto a Genova

Uno dei sacerdoti intervenuti ha lanciato un campanello d’allarme sulla crescente presenza di persone senza tetto a Genova. “Abbiamo suonato il campanello di allarme sull’aumento delle persone per strada”, ha dichiarato. Attualmente, per poter offrire un tetto a tutti coloro che ne hanno bisogno, sarebbero necessari almeno 150 letti. La metà di questi letti sono disponibili nelle strutture ecclesiali della Caritas e delle parrocchie, che stanno organizzando posti letto per accogliere i senza tetto. Tuttavia, si stanno verificando anche tensioni, come nel caso del centro di Banchi, dove sono state chiamate le forze dell’ordine per gestire la situazione durante la colazione mattutina.

La nuova povertà dei lavoratori dei cantieri navali

Oltre alle persone senza tetto, si è anche evidenziata una nuova forma di povertà tra i lavoratori dei cantieri navali di Fincantieri. Secondo uno dei membri del collegio episcopale, quando il cantiere apre e chiude sembra “un piccolo Bangladesh”, poiché la maggior parte delle attività sono subappaltate a ditte che impiegano principalmente lavoratori provenienti da questa regione asiatica. Durante l’ora di pranzo, questi lavoratori escono per mangiare e si radunano in centinaia intorno al cantiere. Non è chiaro se ciò sia dovuto all’assenza di una mensa interna o alle difficoltà economiche che impediscono loro di usufruire di tale servizio. Durante il pasto, si siedono sui marciapiedi o sulle panchine. Al termine, viene lasciato un tappeto di bottiglie di birra. Queste nuove realtà rappresentano una sfida a cui forse non abbiamo prestato sufficiente attenzione.

Redazione

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