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Azienda agricola di Teramo colpita dal caporalato

Arrestati madre e figlio per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro

Nel caso di caporalato all’interno di un’azienda agricola di Teramo, madre e figlio sono stati arrestati e posti sotto misure cautelari. Le accuse riguardano il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con violazioni dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza sul lavoro. L’intervento è stato condotto dal nucleo dei carabinieri del Lavoro, che ha scoperto che i due indagati reclutavano cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno attraverso i social network.

Le condizioni disumane dei lavoratori sfruttati

Le indagini hanno rivelato che i due titolari dell’azienda agricola di Teramo offrivano lavoro e alloggio a due cittadini stranieri per una somma mensile irrisoria. I lavoratori erano costretti a vivere in condizioni disumane, alloggiati in una roulotte priva di acqua, luce e servizi igienici, situata in un’area insalubre vicino a una stalla. Durante il giorno venivano sfruttati nei campi, mentre di notte dovevano fare da guardiani. Costantemente minacciati di essere rimpatriati per via dell’assenza di un regolare permesso di soggiorno, i braccianti erano costretti a nascondere il proprio denaro per evitare di essere derubati dai titolari dell’azienda.

Scoperta una piantagione illegale nelle campagne

All’interno delle campagne di proprietà dei due indagati è stata scoperta anche una piantagione di marijuana. Questo ulteriore reato si aggiunge alle gravi accuse di caporalato e sfruttamento del lavoro, evidenziando la totale mancanza di rispetto delle leggi e dei diritti dei lavoratori da parte dei titolari dell’azienda agricola di Teramo. La lotta al caporalato e agli abusi sul lavoro rimane un obiettivo prioritario per le forze dell’ordine, che continuano a operare per garantire il rispetto della dignità e dei diritti di tutti i lavoratori, senza alcuna forma di discriminazione o sfruttamento.

Approfondimenti

    1. Azienda agricola di Teramo: Teramo è una città situata nella regione Abruzzo, in Italia. L’azienda agricola menzionata nell’articolo si trova in questa località ed è al centro di un caso di caporalato e sfruttamento del lavoro.

    2. Madre e figlio: Sono due dei protagonisti dell’articolo, arrestati e accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all’interno dell’azienda agricola di Teramo. Si tratta di due individui coinvolti nel reclutamento e nell’impiego di cittadini stranieri privi di regolare permesso di soggiorno.
    3. Cittadini stranieri: Sono le persone reclutate e sfruttate all’interno dell’azienda agricola di Teramo. Essi venivano costretti a vivere e lavorare in condizioni disumane, senza rispettare le norme contrattuali e sulla sicurezza sul lavoro.
    4. Condizioni disumane: I lavoratori sfruttati in quest’azienda agricola, due cittadini stranieri, erano costretti a vivere in situazioni degradanti, privati di acqua, luce e servizi igienici. Erano alloggiati in una roulotte vicino a una stalla e sfruttati durante il giorno, obbligati a fare da guardiani di notte.
    5. Piantagione di marijuana: All’interno delle campagne di proprietà dei due indagati è stata scoperta una piantagione illegale di marijuana. Questo ulteriore reato si aggiunge alle accuse di caporalato e sfruttamento del lavoro, evidenziando un’attività illegale aggiuntiva condotta dai titolari dell’azienda agricola.
    6. Obiettivo prioritario: La lotta al caporalato e agli abusi sul lavoro rimane un obiettivo prioritario per le forze dell’ordine. È importante garantire il rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori, senza alcuna forma di discriminazione o sfruttamento, come evidenziato dall’operato del nucleo dei carabinieri del Lavoro nel caso dell’azienda agricola di Teramo.

Francesca Monti

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