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Baby Gang, il trapper in sciopero della fame: protesta contro la censura subdola e violenta

Introduzione:
Il noto trapper Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, ha intrapreso il sciopero della fame per protestare contro quella che lui e il suo entourage definiscono una “censura subdola e violenta“. Il 22enne, attualmente detenuto nel carcere di Lecco, è salito alla ribalta delle classifiche dello streaming con il suo ultimo album, ma la sua carriera musicale è stata costellata da vicissitudini giudiziarie che hanno portato alla sua detenzione.

Dai domiciliari al carcere: il percorso giudiziario di Baby Gang

Il trapper era stato posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico lo scorso gennaio, ma a fine aprile è tornato in carcere su decisione della Corte d’Appello di Milano. La motivazione? Avrebbe comunicato con un numero indeterminato di soggetti, pubblicando fotografie su Instagram in cui impugnava una pistola puntata verso l’obiettivo, ostentando il braccialetto elettronico. Questo comportamento ha portato alla revoca dei domiciliari e al ritorno in carcere.

La difesa e le accuse di “schizofrenia giudiziaria”

‘avvocato di Baby Gang, Niccolò Vecchioni, ha espresso sconcerto per la decisione della Corte d’Appello, definendo la motivazione “superficiale”. Secondo Vecchioni, infatti, il materiale pubblicato su Instagram era stato realizzato durante sessioni di lavoro autorizzate dalla stessa Corte. ‘account social del cantante, inoltre, è gestito dal suo manager e non direttamente da lui. La difesa ha annunciato di voler fare appello al Tribunale del Riesame contro questa decisione, che considera un sintomo di “schizofrenia giudiziaria”.

Lo sciopero della fame: una protesta contro la censura

In carcere, ascoltare la radio sembra essere uno dei pochi sollievi nella giornata di Baby Gang. Secondo quanto riportato sul suo profilo Instagram, sentire i suoi pezzi in radio lo sta aiutando a sopportare la detenzione. Tuttavia, il trapper ha deciso di iniziare lo sciopero della fame per protestare contro quella che percepisce come una censura subdola e violenta. Attraverso il suo entourage, Baby Gang ringrazia i suoi fan per il supporto e continua a lottare per la sua causa.

Luisa Pizzardi

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