Barry Manilow cita in giudizio Hipgnosis per 1,5 milioni di dollari non ricevuti sui suoi diritti musicali

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Barry Manilow cita in giudizio Hipgnosis per 1,5 milioni di dollari non ricevuti sui suoi diritti musicali - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 4 Settembre 2024 by Redazione

La disputa legale che coinvolge Barry Manilow e la società Hipgnosis si inserisce in un contesto di crescente attenzione sul mercato miliardario dei diritti musicali. Questa controversia mette in luce le complesse dinamiche tra artisti e investitori nel settore, rivelando tensioni che possono sorgere anche tra giganti della musica e colossi finanziari. Il caso sta attirando l’attenzione non solo per la somma in gioco, ma anche per le promesse non mantenute e le accuse reciproche di malintesi contrattuali.

La causa di Barry Manilow

Accuse di violazione del contratto

Barry Manilow, celebre cantautore con un’imponente carriera alle spalle, ha presentato un’azione legale contro Hipgnosis presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti in California. Al centro delle sue accuse vi è l’assenza di pagamenti di due bonus, ciascuno da 750.000 dollari, che, secondo Manilow, erano inclusi nel contratto di vendita dei diritti sulla sua musica. La richiesta totale di 1,5 milioni di dollari si basa su quanto promesso da Hipgnosis al momento dell’acquisto. Manilow sostiene che l’azienda ha mal rappresentato le clausole del contratto, ledendo i suoi diritti e violando gli obblighi presi.

Il cantante, che ha venduto oltre 85 milioni di album in tutto il mondo, accusa la società britannica di inganno e negligenza. In questa battaglia legale, Manilow pretende non solo il pagamento dei bonus, ma anche un riconoscimento del valore delle royalties accumulate nel tempo. L’azione legale si prefigge di recuperare somme che il cantautore ritiene di diritto e che motivano la sua richiesta pubblica di giustizia legale.

La risposta di Hipgnosis

In risposta ai reclami di Manilow, Hipgnosis ha avviato una contro causa, sostenendo che esistono discrepanze nei termini contrattuali riguardanti i bonus, mettendo in discussione le affermazioni del cantante. Secondo quanto dichiarato alla stampa, la società ha evidenziato che durante le discussioni con i rappresentanti del cantante erano emerse differenze significative su certi aspetti delle clausole contrattuali. Questo scambio di accuse e la complessità del contratto mettono in luce come anche aziende consolidate nel settore musicale possano trovarsi in difficoltà nei rapporti con gli artisti.

Il percorso di Hipgnosis

Un’azienda in espansione

Fondata nel 2018 da Merck Mercuriadis, ex manager di artisti di fama come Beyoncé ed Elton John, Hipgnosis si è fatta un nome nel mercato dei cataloghi musicali, acquistando diritti da artisti di calibro come Neil Young, Shakira, Justin Bieber e i Red Hot Chili Peppers. Negli ultimi anni, la società ha ottenuto notorietà per le sue elevate pratiche d’acquisto, affermandosi come un attore chiave nel settore.

La strategia di Hipgnosis ha portato a una vera e propria corsa all’oro nel mercato dei cataloghi musicali, attirando investitori e creatori in cerca di opportunità nei diritti d’autore. Tuttavia, la compagnia ha anche dovuto affrontare critiche per la sua esposizione finanziaria e la mancanza di capacità di gestione delle aspettative create intorno alle royalty promesse agli artisti.

I cambiamenti recenti

Nel luglio 2023, dopo un periodo di difficoltà borsistiche, un clamoroso scandalo contabile e l’insoddisfazione degli azionisti, Hipgnosis è stata venduta a Blackstone per 1,6 miliardi di dollari. Questa acquisizione mette in evidenza come le sfide finanziarie possano interessare anche le società più promettenti e come l’industria musicale continui a evolversi in modo repentino e talvolta imprevedibile. La nuova gestione potrebbe portare a cambiamenti significativi nel modo in cui vengono gestiti i diritti musicali e le royalty, con ripercussioni potenziali per artisti come Manilow e molti altri.

Quello che era nato come un sogno di partnership tra artisti e investitori si sta trasformando in una battaglia legale che potrebbe segnare un precedente importante nel settore dei diritti musicali, rivelando il delicato equilibrio tra creatori e quelli che gestiscono le loro opere in un mercato in continua evoluzione.

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