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Calo allarmante della produzione di patate sulla montagna pistoiese: la varietà tipica del Melo in crisi

La situazione agricola sulla montagna pistoiese sta vivendo momenti critici, con una drammatica diminuzione della produzione di patate. Questa difficoltà è particolarmente evidente per la varietà tipica montanina, nota come patata del Melo. Coldiretti Pistoia ha comunicato che le temperature elevate e la mancanza di precipitazioni hanno portato a una riduzione sostanziale della produzione, che si è praticamente dimezzata. Questa situazione pesa sul reddito delle aziende agricole e si aggiunge ai danni inflitti dalla fauna selvatica negli ultimi anni.

Le cause del crollo produttivo

Temperature estreme e siccità

Negli ultimi mesi, la montagna pistoiese ha affrontato un’ondata di caldo intenso che ha messo in ginocchio le coltivazioni locali. Alcuni agricoltori, come Sonia Vellutini dell’azienda I Piani, raccontano delle difficoltà incontrate nella gestione delle proprie produzioni. La Vellutini ha visto una perdita catastrofica, riducendo la propria produzione di patate a meno di un quarto rispetto a quanto preventivato. La mancanza di piogge e le consuete cure agronomiche non hanno potuto salvaguardare il raccolto.

A queste ed altre problematiche si aggiunge il fatto che le alte temperature non solo riducono la resa di quanto seminato, ma costringono anche gli agricoltori a impegnare risorse maggiori. Le ore di lavoro e il consumo di gasolio per le lavorazioni sono aumentati, creando un impatto ulteriore sui bilanci aziendali.

Impatto della fauna selvatica

Un altro aspetto preoccupante che pesa sulle spalle degli agricoltori è l’incidenza della fauna selvatica. Le misure preventive adottate negli anni, come la recinzione dei campi con reti elettrosaldate, non sono state sufficienti a proteggere i raccolti dai danni causati dagli animali. Nonostante i continui interventi correttivi, la pressione esercitata dalla fauna selvatica rappresenta un’aggravante per le difficoltà già esistenti dovute ai cambiamenti climatici.

La testimonianza degli agricoltori

L’esperienza di agriturismi locali

Daniela Pagliai, dell’Agriturismo I Taufi, fornisce un quadro inquietante della situazione. I dati parlano di un crollo dell’80% rispetto alla resa normale, nonostante il forte impegno dell’agricoltura locale. L’azienda ha seminato 75 quintali di patate, ma si prevede una raccolta ben al di sotto delle aspettative. La Pagliai sottolinea come ore di lavoro siano state impiegate inutilmente, dati i risultati deludenti.

Giuseppe Corsini, presidente provinciale di Terranostra e responsabile dell’Agriturismo Le Roncacce, conferma il trend negativo. Definisce ogni anno una nuova piaga per gli agricoltori della montagna, costretti a fare i conti con vari fattori avversi. Il ritardo nella semina, dovuto alle condizioni climatiche di aprile e maggio, ha infine contribuito a degradare ulteriormente la situazione. La mancanza di piogge ha avuto conseguenze devastanti sul raccolto, portando gli agricoltori a stimare un calo produttivo drammaticamente elevato.

Il futuro dell’agricoltura montana

Sfide e speranze per la ripresa

L’agricoltura nella montagna pistoiese si trova a un bivio, con prospettive che appaiono incerte. Le sfide climatiche e la crescente pressione della fauna selvatica richiedono soluzioni immediate e innovative. La situazione non è solo un problema per gli agricoltori, ma rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore agroalimentare locale, potenzialmente in grado di compromettere l’economia e l’occupazione nella regione.

Molti agricoltori stanno cercando di adattarsi alle nuove realtà climatiche, ma le perdite accumulate negli ultimi anni potrebbero scoraggiarli. Rimane fondamentale che le istituzioni locali e regionali supportino le iniziative agricole, sviluppando piani di resilienza e adattamento che possano garantire un futuro migliore per questa preziosa produzione tipica.

Redazione

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