Carcere minorile Beccaria, agenti sotto inchiesta ammettono violenze: 'Non avevamo formazione, eravamo soli e rabbiosi' - Occhioche.it
Introduzione:
‘inchiesta milanese sul carcere minorile Beccaria ha portato all’arresto di diversi agenti accusati di torture e violenze sui giovani detenuti. Uno di loro, interrogato dal gip Stefania Donadeo, ha ammesso di aver commesso atti di violenza per rabbia e frustrazione, in una situazione di gestione caotica e senza adeguata formazione.
Sottotitolo: “Gli agenti ammettono le violenze e parlano di una situazione non predeterminata”
‘agente arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul carcere minorile Beccaria ha spiegato di non aver ricevuto alcuna formazione specializzata per gestire quei ragazzi considerati “difficili”. Inoltre, ha sottolineato come lui e gli altri colleghi giovani e senza esperienza si siano trovati a dover affrontare e gestire tutto da soli, diventando sempre più rabbiosi.
Anche gli altri quattro agenti che hanno deciso di parlare hanno confermato questa versione dei fatti, ammettendo di aver commesso violenze per rabbia e reazione. Secondo le loro dichiarazioni, non c’era una predeterminazione delle violenze, ma una situazione che si era creata e che li aveva portati a reagire in modo violento.
Sottotitolo: “‘agente sotto inchiesta: ‘Non ce la facevo più, avevo chiesto di essere trasferito'”
‘agente sotto inchiesta ha anche dichiarato di aver chiesto da tempo di essere trasferito, in quanto non riusciva più a sopportare la situazione all’interno del carcere minorile Beccaria. Inoltre, era seguito da uno psicologo per far fronte alle difficoltà che stava affrontando nel suo lavoro.
Nonostante la richiesta di trasferimento, però, l’agente è rimasto in servizio nel carcere minorile, continuando a gestire i giovani detenuti senza una formazione adeguata e con un carico di stress sempre più elevato.
Sottotitolo: “Le indagini in corso per fare luce sui fatti e le responsabilità degli agenti coinvolti”
‘inchiesta milanese sul carcere minorile Beccaria ha portato all’arresto di diversi agenti accusati di torture e violenze sui giovani detenuti. Le indagini sono ancora in corso per fare luce sui fatti e sulle responsabilità dei singoli agenti coinvolti.
Le dichiarazioni dell’agente sotto inchiesta e degli altri colleghi che hanno deciso di parlare fanno emergere un quadro preoccupante di gestione caotica e violenta all’interno del carcere minorile. Tuttavia, sarà compito della magistratura stabilire le responsabilità penali dei singoli agenti e valutare se ci siano state carenze nel sistema di formazione e gestione del personale.
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