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Caso Zuncheddu: Testimone chiave rivelò “Beniamino senza alibi”

Beniamino Zuncheddu: un errore giudiziario senza precedenti

Beniamino Zuncheddu, il pastore sardo che si trova in carcere dal 1991, si prepara a trascorrere un altro Natale dietro le sbarre. Accusato di triplice omicidio e di un tentato omicidio sulle montagne di Sìnnai, in Sardegna, Beniamino ha sempre dichiarato la propria innocenza, rifiutando di confessare anche quando gli venivano promessi benefici carcerari. “Sono innocente”, ha ripetuto innumerevoli volte, sopportando anni di prigionia e una condanna all’ergastolo senza fine.

La vicenda di Beniamino Zuncheddu sta emergendo come uno dei più gravi errori giudiziari nella storia italiana, con quasi 33 anni di detenzione ingiusta. La Garante dei detenuti della Sardegna e tesoriera del partito radicale, Irene Testa, ha portato alla luce il caso di Beniamino, difeso dall’avvocato Mauro Trogu.

Il rinvio della sentenza

Il 19 dicembre era prevista la sentenza finale nel processo di revisione di Beniamino Zuncheddu, ma il procuratore generale ha richiesto l’audizione di altri sette testimoni, causando un rinvio. Quattro testimoni saranno ascoltati il 19 dicembre e gli altri tre in un’udienza successiva. Di conseguenza, la sentenza, che inizialmente era prevista per fine dicembre 2023, slitterà probabilmente a fine gennaio 2024.

Una lunga prigionia ingiusta

Beniamino Zuncheddu è in prigione dal 1991, accusato di un triplice omicidio e di un tentato omicidio sulle montagne di Sìnnai. Tuttavia, ha sempre proclamato la sua innocenza. La svolta nella sua vicenda è arrivata quando sua sorella, Augusta, ha affidato la difesa del fratello al giovane avvocato penalista Mauro Trogu. Solo il 25 novembre scorso, Beniamino ha ottenuto la sospensione della pena. Era stato condannato in tre gradi di giudizio sulla base della testimonianza di Luigi Pinna, l’unico sopravvissuto alla strage.

Le intercettazioni che scagionano Zuncheddu

Francesca Nanni, l’attuale Procuratore generale presso la Corte di Appello di Milano, precedentemente Procuratore generale presso la Corte d’appello di Cagliari, ha convocato tutti i testimoni dopo aver disposto una serie di intercettazioni. Le intercettazioni, analizzate dal Ris e da Walter Marcialis, consulente tecnico di parte, scagionano completamente Beniamino Zuncheddu. Le trascrizioni delle intercettazioni ambientali effettuate nel febbraio 2020 sull’auto del testimone oculare Luigi Pinna, dopo la sua convocazione in procura a Cagliari, non lasciano dubbi: “Volevano che io dicessi per forza che Marieddu mi ha mostrato una foto prima… non capisci: volevano che io dicessi per forza quello. Quello è accaduto! E loro lo hanno ben capito che è così, la verità”. Basandosi su queste prove e altre evidenze, il procuratore Nanni ha richiesto la revisione del processo alla Corte d’appello di Roma. Nelle udienze precedenti, il principale accusatore ha confermato di aver mentito.

La speranza di Beniamino Zuncheddu di ottenere finalmente giustizia si basa sulle prove che dimostrano la sua innocenza. Dopo quasi 33 anni di prigionia ingiusta, l’attesa per la sentenza finale continua.

Redazione

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