Cassazione: Applicare legge Scelba contro saluto romano - avvisatore.it
La Corte di Cassazione ha confermato che il saluto romano, gesto evocativo del partito fascista, costituisce un reato. La decisione è stata presa dalle Sezioni Unite della Suprema Corte, che hanno stabilito che il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della “legge Mancino” quando rappresenta un pericolo concreto per l’ordine pubblico.
L’avvocato generale e procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, ha sostenuto che il saluto romano integra il delitto previsto dall’articolo 5 della legge Scelba, che vieta l’apologia del fascismo. Secondo Gaeta, il gesto fascista può rappresentare un pericolo di riorganizzazione del partito fascista.
La questione è stata sollevata dopo che la prima sezione penale della Cassazione ha trasmesso atti per sciogliere un nodo interpretativo sul saluto fascista. Le Sezioni Unite hanno quindi stabilito che il saluto romano è un rituale evocativo del partito fascista e può costituire un reato. Inoltre, i giudici hanno affermato che in determinate condizioni può configurarsi anche la violazione della legge Mancino, che vieta manifestazioni esteriori di organizzazioni che incitano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Come conseguenza della decisione della Cassazione, otto militanti di estrema destra dovranno affrontare un processo di appello bis. Nel 2016, durante una commemorazione a Milano, questi militanti avevano compiuto il saluto romano. La legge Scelba sull’apologia del fascismo, in particolare l’articolo 5, è stata contestata dalla difesa dei militanti. Tuttavia, la Cassazione ha confermato che il saluto fascista costituisce un reato e che i militanti dovranno affrontare un nuovo processo di appello.
La decisione della Cassazione di considerare il saluto romano come un reato è stata presa per garantire l’ordine pubblico. Secondo l’avvocato generale Gaeta, il gesto fascista può rappresentare un pericolo concreto per l’ordine pubblico. La legge Mancino, che vieta manifestazioni esteriori di organizzazioni che incitano alla discriminazione o alla violenza, è stata applicata in questo caso per prevenire la riorganizzazione del partito fascista. La Cassazione ha quindi stabilito che il saluto romano costituisce un reato e che può essere punito sia in base alla legge Scelba che alla legge Mancino.
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