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Cinque cose che non sapete sul Medioevo e che accadono anche oggi

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Dimenticate l’espressione “non siamo più nel Medioevo”, perché molti aspetti della nostra quotidianità non sono cambiati più di tanto rispetto ai tanto criticati e lontani Secoli Bui.

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A svelarci questa e molte altre curiosità è Chiara Frugoni, Professoressa di Storia Medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi e tra le più esperte in materia, nel suo ultimo libro “Vivere nel Medioevo. Donne, uomini e soprattutto bambini”, Edizioni Il Mulino, un testo unico nel suo genere, dettagliato come una vera e propria enciclopedia, ma scorrevole e interessante come un romanzo.

Con particolare attenzione per il mondo dell’infanzia e attraverso le testimonianze che arrivano dall’arte e dalla letteratura, la Professoressa Frugoni ci racconta com’era la vita quotidiana nel Medioevo, superando tutti i luoghi comuni ben noti a tutti noi e approfondendo sia aspetti che ci sembrano molto lontani da noi, sia abitudini che, in fin dei conti, non si sono modificate poi tanto, nonostante la tecnologia abbia invaso la nostra vita nell’ultimo secolo.

Ecco dunque cinque aspetti tra i più curiosi che ora, come allora, scandiscono le nostre giornate.

 

  1. Uomini e donne del Medioevo dormivano nudi, ma con cuffie o cappellini in testa. Non pensate alle cinquanta sfumature di Medioevo, questa stranezza era dovuta a una fastidiosa necessità anche nelle famiglie più ricche: evitare che, almeno durante la notte, pulci e parassiti potessero attaccarsi alle vesti da camera, tormentando i malcapitati durante il sonno. La camera da letto medievale era molto più utilizzata della nostra: vi si leggeva, vi si studiava e a volte vi si accoglievano perfino gli ospiti, perché era più calda e confortevole delle altre, soprattutto nelle abitazioni più piccole.bosh-ira
  2. Date un’occhiata alle vetrine dei nostri negozi, che sia estate o inverno, il rosso non passa mai di moda. Se oggi è associato all’amore e passione, nel Medioevo il rosso era il colore dell’innocenza, della ricchezza e della salute, tanto che i neonati delle famiglie più ricche spesso venivano avvolti in fasce rosse e con queste perfino battezzati con valore apotropaico. Addirittura la celebre fiaba di Cappuccetto Rosso sembra avere tante affinità con una storiella latina dell’epoca, che raccontava le avventure di una bimba risparmiata dalla furia di un branco di lupacchiotti perché vestita con una mantellina rossa che le era stata donata dal padrino di battesimo.barbie
  3. Beati i genitori medievali che non avevano la casa invasa da giocattoli di tutti i tipi, con irritanti canzoncine che, sin dai primi mesi, insegnano i numeri e le lettere! Mica tanto, perché, soprattutto nelle famiglie benestanti, i bambini potevano beneficiare di giochi pedagogici molto originali, come abecedari in gesso, legno o perfino ricamati, che permettevano ai fanciulli di imparare e leggere in famiglia, ancor prima di essere mandati in collegio o dal precettore. Il tempo dedicato al gioco, tuttavia, era scarso, in particolare per le bambine. Mentre i maschi si dedicavano a giochi di ruolo all’aperto, come la finta guerra, le bimbe erano relegate tra le mura domestiche. Le poche bambole di cui abbiamo testimonianza in arte e letteratura avevano lo stesso compito della bambola vestita da monaca della povera Gertrude, aka la Monaca di Monza manzoniana, che sin da piccola aveva una compagna di giochi tanto terribile per abituarsi all’idea che il convento sarebbe dovuta essere la sua massima aspirazione. Insomma le bambole sembravano dover rappresentare il futuro destinato alle stesse bambine, o madri o monache. Anche se, a pensarci bene, le Barbie di oggi non hanno forse lo stesso triste scopo di uniformare le bimbe native digitali e ideali di bellezza un po’ superficiali?giochi-di-bambini
  4. Le “Mamme Pancine” tanto bersagliate su tutti i Social di oggi tireranno un sospiro di sollievo a sapere che, nel Medioevo, l’età migliore per passare dall’allattamento al seno dei bimbi allo svezzamento erano circa venti mesi. Prima, infatti, non essendoci la consuetudine di omogenizzare i cibi e di introdurli molto lentamente come oggi, il passaggio repentino all’alimentazione solida per i poppanti poteva essere fatale.traffico-cittadino
  5. Una cosa è certa: siccome non esistevano le automobili le strade medievali dovevano essere scorrevoli e tranquille! Sbagliato! Il traffico caotico e insopportabile era una piaga anche nel Medioevo, e, senza bisogno di scomodare polveri sottili e gas di scarico, di sporcizia ce n’era in abbondanza, soprattutto all’interno delle mura cittadine, sprovviste di fognature e acqua corrente. Il traffico, infatti, era condizionato dalle stagioni e sempre lentissimo per via dei pedoni e dei tanti ostacoli che intralciavano pericolosamente strade, come i banchetti degli artigiani e dei commercianti e i bambini che giocavano scorrazzando in giro tutto il giorno. Tanto le strade erano confusionarie di giorno, quanto lugubri, buie e vuote di notte, visto che mancava un’illuminazione pubblica. Altro che movida. E indovinate quale tra i grandi centri medievali era considerato tra i più caotici? Neanche a dirlo, la nostra bella Capitale… vi ricorda niente?