Covid: 4 anni fa coppia cinese allo Spallanzani, Vaia critica l'impreparazione - avvisatore.it
È passato un lungo periodo di tempo da quando la coppia cinese di Wuhan, Wuhan Xiangming Liu e Yamin Hu, è stata ricoverata all’Inmi Spallanzani di Roma con il Sars-CoV-2 nel loro corpo. Era il 29 gennaio 2020, e l’Italia si trovava ad affrontare un nuovo virus che sarebbe diventato noto come Covid. Da allora, sono trascorsi 4 anni durante i quali abbiamo imparato a conoscere le diverse varianti del virus e a combatterlo.
La coppia cinese fu soccorsa in un albergo nel rione Monti di Roma. Il marito presentava una polmonite interstiziale bilaterale, mentre la moglie aveva sintomi lievi che si sono aggravati nel tempo. Entrambi sono stati sottoposti a una terapia combinata di antivirali e antinfiammatori. Dopo quasi 3 mesi di ricovero e riabilitazione, sono stati dimessi il 21 aprile per tornare in Cina.
Negli ultimi 4 anni, abbiamo imparato sempre di più sul Covid e sulla sua forza. Dopo l’anno 2020-2021, durante il quale il virus ha colpito duramente in tutto il mondo, abbiamo fatto sacrifici per affrontare i lockdown, l’obbligo di indossare la mascherina e la didattica a distanza. Ma con l’arrivo dei vaccini a mRna e degli antivirali, la sanità pubblica è riuscita a contenere e gestire la malattia. Le ondate successive del 2022 e del 2023 hanno portato ad un aumento dei contagi, soprattutto durante l’inverno, ma non hanno mai messo in difficoltà le terapie intensive.
Oggi conviviamo con il Covid, come molti avevano previsto. È diventato una endemia, un rumore di fondo che ci accompagnerà ancora per molto tempo. Ma l’eredità di questi 4 anni di pandemia si sta traducendo in azioni di prevenzione da parte delle istituzioni nazionali e internazionali. Come afferma Francesco Vaia, ex direttore dello Spallanzani e attuale responsabile della Prevenzione del ministero della Salute, “Mai più impreparati, mai più senza strumenti e presidi, mai più un’Italia lunga e stretta, differenziata nell’offerta di salute”.
La prevenzione è diventata la protagonista del cambiamento. Se adeguatamente supportata, sarà il pilastro della sostenibilità del sistema sanitario e darà l’impulso necessario per la sua ripresa. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare, come le lunghe liste d’attesa, la carenza di personale sanitario e la povertà del territorio. Ma con ottimismo razionale e la volontà di credere in noi stessi, possiamo superare queste sfide, come abbiamo fatto nella battaglia contro il Covid.
Mai più senza strumenti e presidi, mai più un Paese lungo e stretto, differenziato nell’offerta di salute. Nel mentre conviviamo anche con il Sars-Cov-2, come da tempo previsto, rendiamo centrale la prevenzione nel nostro paese. Le liste d’attesa, la vera vergogna del nostro Ssn, la carenza del personale sanitario, la povertà del territorio, sono le sfide che abbiamo davanti. Le vinceremo se prevarranno l’ottimismo razionale e la voglia di crederci che abbiamo messo nella battaglia che abbiamo vinto.
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