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Covid Italia: Aumento allarmante dei decessi, oltre 300 in 7 giorni

I numeri dei decessi Covid in Italia: perché sono tornati così alti?

Nell’ultima settimana sono stati registrati oltre 300 decessi Covid in Italia, mentre nel corso del mese sono stati quasi 900. Ma quali sono le ragioni di questo aumento? Secondo il direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, la maggior parte dei decessi è avvenuta tra pazienti anziani che non avevano ricevuto alcuna dose di vaccino e che presentavano anche altre patologie importanti. Bassetti sottolinea che l’età media dei pazienti Covid attualmente ricoverati in ospedale è di 85 anni e che l’ultima dose di vaccino è stata somministrata nell’autunno 2021, senza richiami nel 2022 e nel 2023.

Secondo Bassetti, l’80% circa dei pazienti ospedalizzati con il Covid oggi è ricoverato per altre ragioni e scopre di essere positivo solo grazie al tampone effettuato in ospedale. Questi pazienti non presentano polmonite o altri sintomi gravi dell’infezione. Pertanto, Bassetti ritiene che l’80% dei decessi attualmente registrati non sia direttamente correlato alla polmonite o al virus, ma che si tratti di persone che muoiono per altre ragioni, pur essendo positive al Covid. Il 20-25% dei decessi, invece, riguarda persone anziane e fragili che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino o che non hanno effettuato i richiami dopo la vaccinazione nel 2021.

Bassa copertura vaccinale tra gli anziani e i fragili

Secondo i dati della Fondazione Gimbe, la campagna vaccinale anti-Covid in Italia sta procedendo a rilento, soprattutto tra gli anziani e i fragili. Solo il 7,4% degli over 80, la fascia di età più a rischio di ricoveri e decessi, ha ricevuto il vaccino, con tassi di copertura che vanno dallo 0% in Abruzzo al 17% in Toscana. Nonostante le raccomandazioni, i tassi di copertura vaccinale tra gli over 60, e in particolare tra gli over 80, rimangono molto bassi a livello nazionale e quasi nulli in molte regioni del Sud. Secondo l’Istituto superiore di sanità, i decessi sono quasi esclusivamente concentrati nella fascia degli over 80, con un tasso di mortalità di 23 decessi per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e 46 decessi per milione di abitanti negli over 90.

L’analisi del virologo Massimo Clementi

Il virologo Massimo Clementi sottolinea che, nonostante l’aumento dei numeri dei decessi, non c’è motivo di particolare preoccupazione. Secondo Clementi, il virus Sars-CoV-2 non è ancora diventato una delle infezioni respiratorie stagionali che si ripetono ogni anno, ma ha ancora una certa aggressività, soprattutto tra le persone anziane e fragili. Clementi afferma che il virus presenta ancora un minimo di rischiosità per queste categorie a rischio. Pertanto, è importante che gli anziani e le persone con malattie croniche ricevano il richiamo vaccinale, che protegge dalla malattia e dalle sue conseguenze. Clementi sottolinea che questa situazione non è molto diversa da quanto accade ogni anno con l’influenza, che può aumentare la mortalità tra le persone con patologie croniche.

Clementi sottolinea che non c’è motivo di contare i morti come si faceva in passato, poiché il virus Omicron non è più aggressivo per le polmoniti. Il virus infetta principalmente le vie aeree superiori e ha svolto un ruolo importante nell’immunizzazione della popolazione. L’invito alle persone fragili e agli anziani è quindi quello di effettuare il richiamo vaccinale aggiornato alle varianti più recenti del virus, a meno che non ci siano stati problemi importanti dopo le precedenti vaccinazioni. Clementi conclude affermando che non c’è motivo di allarmarsi, ma è importante ricordare che siamo in inverno e che le infezioni respiratorie possono essere pericolose per le persone con altre patologie.

Redazione

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