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Crisi nel Mar Rosso: Impatto economico mondiale degli attacchi Houthi

Gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso stanno cambiando i flussi di navigazione e aumentando i costi di trasporto

Gli attacchi degli Houthi, sostenuti dall’Iran, alle portacontainer e alle petroliere nel Mar Rosso stanno avendo un impatto significativo sui flussi di navigazione globali. Questo accade proprio quando le catene di approvvigionamento a livello mondiale stavano tornando alla normalità. Le continue aggressioni degli Houthi stanno facendo aumentare i costi di trasporto a livello globale, costringendo le compagnie marittime e i loro clienti a optare per rotte alternative più lunghe dall’Asia all’Europa e agli Stati Uniti. Questo aumento dei costi di spedizione si rifletterà probabilmente in un aumento dei prezzi, soprattutto in Europa.

Secondo Moody’s, quasi il 20% delle merci statunitensi arriva nei porti della costa orientale dopo essere transitate dal Mar Rosso e dal Canale di Suez. Prodotti come pannelli solari, batterie per veicoli elettrici, giocattoli e aspirapolvere fanno parte di questa rotta di approvvigionamento. Al momento, gli economisti non prevedono un impatto significativo sui prezzi pagati dai consumatori statunitensi, a meno che la violenza non si intensifichi. Tuttavia, i produttori e i rivenditori stanno già sentendo le conseguenze economiche dell’incertezza sulla durata degli attacchi.

Le case automobilistiche Tesla e Volvo hanno annunciato la chiusura degli impianti in Germania a causa della carenza di pezzi di ricambio causata dalle interruzioni negli approvvigionamenti. Inoltre, la compagnia petrolifera Shell ha sospeso tutte le sue spedizioni attraverso il Mar Rosso. Secondo Lars Jensen, CEO della Vespucci Maritime di Copenhagen, “questo dimostra che la situazione sta peggiorando, non migliorando. Dimostra che l’intervento militare non ha fatto nulla per alleviare la situazione”.

Gli attacchi nel Mar Rosso minacciano il commercio globale e le catene di approvvigionamento

Negli ultimi quattro anni, le catene di approvvigionamento globali hanno affrontato la pandemia di coronavirus, i cambiamenti nei modelli di acquisto dei consumatori, l’inflazione record e la guerra inaspettata in Europa con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Negli ultimi mesi, una grave siccità ha limitato l’accesso al Canale di Panama, costringendo alcune merci a optare per il trasporto ferroviario invece di quello marittimo. Ora, il conflitto in Medio Oriente sta minacciando ulteriormente il commercio e gli attacchi militari statunitensi contro gli Houthi non hanno ancora fatto molto per placare la minaccia al commercio globale.

Gli attacchi nel Mar Rosso si stanno estendendo fino al Golfo di Aden, minacciando l’accesso al mare di Gibuti, una porta commerciale per i 120 milioni di abitanti dell’Etiopia. Questo complica il compito degli strateghi militari statunitensi e dei loro alleati. Secondo Ami Daniel, CEO di Windward, una società di intelligence marittima con sede a Londra, la zona di rischio marittimo si estende ora per centinaia di miglia dal Mar Rosso. Le forze navali che proteggono il commercio globale sono ora pericolosamente ridotte. Daniel prevede che il Canale di Suez, che gestisce il 10-15% del commercio petrolifero mondiale, sarà di fatto chiuso al traffico internazionale.

Aumento dei costi di trasporto e conseguenze per le aziende

Gli attacchi nel Mar Rosso stanno causando un aumento dei costi di trasporto, con conseguenze per le aziende che spostano merci dall’Asia all’Europa o agli Stati Uniti. Il costo della spedizione di un container standard dalla Cina all’Europa è salito da meno di 1.000 dollari a oltre 4.700 dollari, secondo l’indice Freightos. Nonostante questo aumento significativo, i costi di spedizione non sono aumentati ulteriormente grazie alla capacità inutilizzata nel settore. Le compagnie marittime hanno ordinato nuove navi portacontainer per far fronte alla crisi della catena di approvvigionamento durante la pandemia. Questa capacità aggiuntiva consente al settore di assorbire l’attuale interruzione, anche se richiede più tempo e costi aggiuntivi.

Sebbene gli scontri nel Mar Rosso probabilmente non avranno un impatto immediato sull’economia statunitense, è probabile che si riflettano in un aumento dei prezzi, soprattutto in Europa. Tuttavia, gli economisti ritengono che la situazione attuale non aumenterà il tasso d’inflazione annuale degli Stati Uniti di più dello 0,1%. Se gli attacchi continueranno, alcuni spedizionieri potrebbero optare per rotte alternative, come l’utilizzo dei porti della costa occidentale degli Stati Uniti. Nonostante gli effetti negativi per alcune aziende, le compagnie di trasporto merci stanno beneficiando dell’aumento dei costi di trasporto, che ha contribuito a migliorare i loro risultati finanziari.

Redazione

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