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Dispersione scolastica ‘classista’: il caso Bindi in Italia

I ragazzi di Barbiana: una realtà di dispersione scolastica e povertà educativa

La presidente del Comitato per il centenario dalla nascita di don Lorenzo Milani, Rosy Bindi, ha sottolineato la difficile situazione dei ragazzi di Barbiana nel contesto attuale, caratterizzato da alta dispersione scolastica e povertà educativa minorile. Durante un evento organizzato dall’Ufficio diocesano della Scuola a Palazzo Ducale di Genova, aperto dal presidente della Cei, Mons. Matteo Zuppi, Bindi ha evidenziato come questi ragazzi siano figli dei poveri, delle periferie e degli immigrati.

Una dispersione scolastica classista

Secondo Bindi, la dispersione scolastica che si osserva oggi può essere definita come classista, poiché colpisce principalmente il Sud rispetto al Nord, i poveri rispetto ai ricchi e coloro che non hanno cittadinanza rispetto a chi ce l’ha. Inoltre, esiste una dispersione scolastica legata alla sottovalutazione dell’importanza dell’istruzione. Bindi fa notare che la situazione in Veneto è diversa rispetto a Catania, dove molti giovani preferiscono abbandonare gli studi per iniziare a lavorare presto, rinunciando così alla possibilità di migliorare la propria condizione sociale attraverso la cultura. La soluzione, secondo Bindi, è tornare a investire nell’istruzione e trasformare la scuola in una comunità in cui si cresce insieme, anziché un luogo di competizione.

Investire nella cultura per combattere la dispersione scolastica

La presidente del Comitato per il centenario dalla nascita di don Lorenzo Milani, Rosy Bindi, ha sottolineato l’importanza di investire nella cultura per contrastare la dispersione scolastica. Secondo Bindi, la scuola dovrebbe essere considerata come la leva sociale più importante e non come un luogo di competizione. “Dovremo tornare a investire in questo – conclude Bindi – e a fare della scuola non un luogo di competizione ma una comunità dove si cresce insieme”.

In conclusione, la situazione dei ragazzi di Barbiana rappresenta un esempio emblematico della dispersione scolastica e della povertà educativa minorile presenti nel nostro paese. È necessario affrontare questi problemi con un approccio che valorizzi l’importanza dell’istruzione e promuova la cultura come strumento di crescita e inclusione sociale. Solo attraverso investimenti mirati e un impegno concreto sarà possibile garantire un futuro migliore per i giovani italiani.

Redazione

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