Dodici anarchici sotto indagine a Torino: misure cautelari per assalto a polizia

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Dodici anarchici sotto indagine a Torino: misure cautelari per assalto a polizia - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 by Giordana Bellante

La situazione di tensione a Torino ha raggiunto un nuovo apice questa mattina, quando la Polizia di Stato e la DIGOS hanno eseguito dodici ordinanze di misure cautelari nei confronti di anarchici coinvolti in un violento assalto a una volante della polizia. Questo episodio risale al 28 febbraio ed è connesso alla protesta contro l’accompagnamento di un italiano irregolare al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano.

Il caso dell’assalto alla volante della polizia

La dinamica dell’aggressione

Il 28 febbraio 2023, gli agenti di polizia stavano trasportando un 31enne marocchino, irregolare sul territorio nazionale, al Centro di Permanenza per il Rimpatrio a Milano. Questo individuo era stato identificato mentre imbrattava i muri di Torino con scritte contro le forze dell’ordine. Un gruppo di circa dieci anarchici, che si erano radunati per liberarlo, ha circondato la vettura, cercando di forzare le portiere. La situazione è rapidamente degenerata, con gli aggressori che hanno colpito la volante con calci e pugni nel tentativo di liberare il loro compagno.

L’attacco ha causato danni considerevoli al veicolo e ha esposto gli agenti a rischi notevoli durante la loro operazione. Tali eventi hanno suscitato una forte reazione da parte delle autorità, che hanno avviato un’indagine riguardo ai responsabili dell’assalto.

Misure cautelari e accuse

Oggi, a distanza di un mese dall’incidente, le forze dell’ordine hanno messo in atto misure cautelari nei confronti degli anarchici coinvolti. I dodici attivisti sono accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, violenza privata e danneggiamento. Le misure adottate includono obbligo di firma e altre restrizioni, a segnare l’intento delle autorità di fronteggiare questi atti di violenza contro le forze di polizia.

Questa operazione non solo sottolinea la serietà con cui la polizia tratta tali infrazioni, ma rivela anche un clima di crescente tensione tra i gruppi anarchici e le forze dell’ordine nel capoluogo piemontese. Gli episodi di violenza, infatti, non riguardano solo la manifestazione di febbraio, ma si inseriscono in un contesto più ampio di proteste e disordini sociali.

Ulteriori sviluppi: l’episodio all’aeroporto di Malpensa

Tentativo di liberazione di un detenuto

L’episodio più recente che ha coinvolto gli stessi gruppi anarchici si è verificato il 20 marzo, quando alcuni attivisti hanno tentato di eludere i controlli di sicurezza presso l’aeroporto di Malpensa, a Milano. Il loro obiettivo era arrivare a un aereo della Royal Air Maroc in partenza per Casablanca, con l’intenzione dichiarata di liberare il 31enne marocchino già trasferito in Marocco.

L’operazione ha messo in evidenza la determinazione degli attivisti a fronteggiare le autorità, ma hanno trovato un’azione decisiva delle forze di sicurezza, che si sono attivate prontamente per prevenire qualsiasi tentativo di interferenza. Risultato di ciò è stata una significativa gestione delle misure di sicurezza e un incremento della sorveglianza sugli aeroporti e i vari punti di accesso al territorio.

Implicazioni e reazioni

Il tentativo di liberazione ha suscitato ampie discussioni riguardo alla sicurezza pubblica e alla gestione delle situazioni di emergenza. Le autorità hanno evidenziato il coordinamento tra polizia e sicurezza aeroportuale come fondamentale nel prevenire il verificarsi di azioni di questo tipo, che non solo mettono a rischio il personale della sicurezza, ma anche i passeggeri e il pubblico in generale.

Le reazioni da parte dei gruppi anarchici non si sono fatte attendere, e questo scenario di conflitto potrebbe portare a un’intensificazione delle manifestazioni e delle attività di protesta. Le misure cautelari assunte a Torino, quindi, si inseriscono in una visione più ampia di gestione delle manifestazioni e di controllo sociale, contribuendo a un dibattito sempre più acceso tra le autorità e i gruppi antagonisti.

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