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Elezioni di giugno: un bivio tra riformismo e populismo per il futuro dell’Europa

Contesto: le elezioni europee del 8 e 9 giugno si configurano come un momento cruciale per il futuro dell’Unione Europea. Secondo Alessio ‘Amato, candidato alle Europee nella lista Azione – Siamo Europei, circoscrizione Italia centrale, la scelta è tra chi lavora per rafforzare l’UE e chi invece lavora per affossarla.

Durante un incontro con gli elettori a Latina insieme ai colleghi di partito Elena Bonetti ed al segretario provinciale, Davide Zingaretti, ‘Amato ha sottolineato l’importanza di schierarsi a favore di un’Europa forte e riformista, in contrapposizione al modello autocratico alla Orbán.

Secondo il candidato, Azione è l’unico partito fortemente schierato a favore dell’Europa, che parla di programmi e mette al centro le ‘tre S’: Sanità, Scuola e Salari. La sfida per il futuro dell’UE è quindi tra chi lavora per un’Europa sempre più integrata, capace di affrontare le sfide globali, e chi invece lavora per indebolirla, alimentando la sfiducia dei cittadini e proponendo soluzioni nazionaliste e populiste.

“Le tre ‘S’ al centro del programma di Azione”

Per Azione, le tre ‘S’ rappresentano l’elemento fondamentale per un’Europa più forte e giusta. In particolare, la sanità è un settore chiave per garantire la salute e il benessere dei cittadini, ma che negli ultimi anni ha subito tagli e riduzioni di risorse.

La scuola, invece, è il luogo in cui si formano le nuove generazioni e in cui si costruisce il futuro del nostro continente. Per questo, Azione propone di investire in una formazione scolastica adeguata alle sfide del secolo, che comprenda anche competenze digitali e trasversali.

Infine, i salari: secondo il partito, è necessario lavorare per un’Europa in cui i salari siano in linea con quelli del resto del continente, in modo da garantire una maggiore giustizia sociale e ridurre le disuguaglianze.

La sfida per il futuro dell’Europa è quindi aperta, e le elezioni di giugno si configurano come un momento cruciale per decidere la direzione da prendere. Da un lato, chi lavora per un’Europa sempre più integrata, capace di affrontare le sfide globali e di garantire una maggiore giustizia sociale. Dall’altro, chi invece lavora per indebolirla, alimentando la sfiducia dei cittadini e proponendo soluzioni nazionaliste e populiste. La scelta spetta agli elettori, ma è importante essere consapevoli delle conseguenze che questa avrà sul nostro continente.

Luisa Pizzardi

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