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Emergenza siccità in Italia: criticità idriche e proposte di riforma per il settore idrico

L’Italia si trova attualmente ad affrontare una grave emergenza siccità, che ha interessato in modo particolare le regioni del centro-sud e le isole, creando un netto divario tra le varie aree del Paese. Questa crisi idrica non solo mette a rischio l’approvvigionamento di acqua per usi domestici e agricoli, ma pone anche gravi interrogativi sulla qualità e sull’efficienza delle infrastrutture idriche nazionali. In questo articolo si analizzeranno le problematiche esistenti, le recenti iniziative per affrontare la crisi e gli interventi richiesti dalle autorità per migliorare la gestione dell’acqua in Italia.

Criticità delle infrastrutture idriche in Italia

La situazione attuale

Il rapporto annuale dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente sullo stato della rete idrica in Italia ha messo in luce diverse problematiche, evidenziando come il tasso medio di perdite idriche si attesti al 41,8% nel 2023. Questo valore rende evidente la disparità tra le realizzazioni del nord e del sud del Paese, dove i livelli di perdite sono significativamente più alti. Mentre il nord vanta infrastrutture più moderne e una gestione più efficace, il sud soffre di una rete datata che causa perdite e interruzioni più frequenti. In particolare, al sud le interruzioni del servizio raggiungono le 227 ore all’anno, rispetto a una media nazionale di sole 59 ore.

Cause e conseguenze

Queste disparità sono attribuibili a vari fattori, tra cui l’anzianità delle infrastrutture e una gestione inefficace a livello locale. In totale, l’Italia conta 1.465 gestioni comunali, di cui 1.172 si trovano al sud. La maggior parte di queste gestioni operate “in economia” investe appena 11 euro per abitante, un numero che si discosta notevolmente dai 70 euro indicati come standard nazionale. Questa insufficienza negli investimenti ha un impatto diretto sulla qualità del servizio offerto e sull’affidabilità delle strutture, mascherando così gravi problemi sotto la superficie.

L’iniziativa di Utilitalia per una riforma del settore idrico

La proposta di riforma

Riconoscendo l’urgenza della situazione, Utilitalia, la federazione delle imprese impegnate nel settore dei servizi pubblici, ha preso l’iniziativa di chiedere un tavolo di crisi nazionale per il settore idrico. La proposta di riforma inviata al governo della premier Giorgia Meloni presenta un ambizioso piano, composto da quattro punti, mirato a potenziare gli investimenti nel comparto. L’obiettivo dichiarato è quello di raddoppiare la quota annua di investimenti per abitante da 50 a 100 euro, riducendo nel contempo il numero di gestori da 1.800 a 100.

I benefici attesi

L’implementazione di questo piano promette non solo un miglioramento della qualità delle infrastrutture ma anche una razionalizzazione della gestione delle risorse idriche. La presidente di Utilitalia, Barbara Marinali, ha sottolineato come l’emergenza idrica ci imponga di superare la logica emergenziale, puntando su investimenti efficaci e su una pianificazione strategica sostenibile. Con un incremento degli investimenti pianificati fino a 6 miliardi di euro all’anno, gli effetti attesi dovrebbero tradursi in una maggiore efficienza nel settore, contribuendo a una gestione integrata e sostenibile dell’acqua in tutte le sue forme.

Necessità di un piano strategico per il futuro

La richiesta di sostegno governativo

Marinali ha insistito sulla necessità di un intervento pubblico duraturo e strutturale per garantire i fondi necessari alla realizzazione di un piano straordinario per il settore idrico. Secondo Utilitalia, sarebbe opportuno che il Governo destinasse almeno 1 miliardo di euro all’anno per un periodo di dieci anni. Questi fondi non devono gravare solo sulle spese tariffarie già esistenti, ma devono anche puntare a rendere il sistema idrico nazionale resiliente a eventi climatici estremi che stanno aumentando in frequenza e intensità.

Verso un futuro sostenibile

Affrontare in modo sistematico questi problemi permetterebbe non solo di migliorare l’approvvigionamento idrico anche in situazioni critiche ma contribuirebbe anche a preservare la qualità della risorsa idrica, elemento fondamentale per la salute e il benessere di tutte le comunità. Con l’aumento degli eventi di siccità e delle problematiche climatiche, risulta cruciale che un piano strategico venga accolto con urgenza per garantire il rispetto delle normative ambientali e la sopravvivenza del tessuto sociale e produttivo del Paese.

Giordana Bellante

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