"Escalation Israele-Hamas: Aggiornamenti Guerra, 22 Gennaio" - avvisatore.it
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto categoricamente le richieste di Hamas di “resa” in cambio del rilascio degli ostaggi rapiti lo scorso 7 ottobre. In un videomessaggio, Netanyahu ha ribadito la sua determinazione a non permettere l’emergere di uno Stato palestinese militarizzato e ha sottolineato il suo impegno per il pieno controllo della sicurezza israeliana sull’intero territorio a ovest del fiume Giordano. Ha affermato di aver resistito alle pressioni internazionali e nazionali per mantenere questa posizione e ha apprezzato il sostegno degli Stati Uniti. Netanyahu ha chiarito che non accetterà un accordo che metta a rischio la sicurezza dei cittadini israeliani e ha promesso di ottenere la vittoria totale.
Le famiglie degli ostaggi rapiti hanno organizzato una protesta davanti alla residenza privata del primo ministro israeliano a Gerusalemme. Chiedono un accordo immediato per la liberazione degli ostaggi e rimarranno lì finché Netanyahu non accetterà le loro richieste. Una madre di uno dei rapiti ha esortato il primo ministro a “rinunciare all’ego” e a prendere una decisione che permetta il ritorno dei loro cari.
Le Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno inviato un messaggio alle famiglie degli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza. Hanno avvertito che il tempo sta per scadere e che la scelta è tra recuperare bare o persone vive. Hamas ha dichiarato che molti detenuti israeliani sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. In un documento pubblico, Hamas ha ammesso che l’attacco del 7 ottobre è stato un passo necessario in risposta alle cospirazioni israeliane contro il popolo palestinese, anche se sono stati commessi alcuni errori durante l’operazione.
L’Unione Europea sta valutando la possibilità di imporre “conseguenze” su Israele se il primo ministro Netanyahu continuerà a opporsi alla creazione di uno Stato palestinese. Questa proposta, che sarà discussa in una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue, riflette il crescente disagio di molti alleati occidentali di Israele. Secondo il documento diffuso, gli Stati membri dell’Ue potrebbero imporre conseguenze nel caso di impegno o mancato impegno rispetto al piano di pace proposto, che prevede la creazione di uno Stato per la Palestina e il riconoscimento reciproco della sovranità.
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