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Esplorando Maastricht: 48 ore di scoperte nei Paesi Bassi

Maastricht: una città olandese sorprendente

Un dolce paesaggio collinare costellato di vigneti. Una Babele linguistica dove, oltre all’olandese, si parlano francese, tedesco, dialetto limburghese e naturalmente inglese, vista l’alta presenza di studenti universitari stranieri. Maastricht è la città olandese che non ti aspetti. Una piccola Parigi nei Paesi Bassi – solcata dalla Mosa che qui si chiama Maas – per la sua vocazione gastronomica, per gli ottimi vini, per la joie de vivre dei suoi abitanti.

Maastricht: la città dell’arte

È una meta a misura d’uomo, da girare a piedi, magari nel momento più atteso dell’anno, quando diventa il punto d’incontro dei galleristi più quotati a livello internazionale e dei collezionisti d’arte. Succede dal 9 al 14 marzo 2024 al Tefaf (The European Fine Art Fair, tefaf.com), una delle più prestigiose fiere d’arte. Presenta circa 270 mercanti e galleristi da 22 Paesi. È come andare in un enorme museo, dove si trovano quadri, sculture, stampe, oggetti d’arte dall’antichità al Novecento.

Nel cuore dell’Europa

È l’occasione ideale per vedere la città al suo meglio, con i musei che si preparano a offrire mostre particolari e i ristoranti che creano speciali menu. Con fierezza, i locali rivendicano il loro estro creativo. Chi meglio incarna questo spirito è il figlio più illustre di Maastricht, André Rieu, direttore d’orchestra e compositore, che si esibisce ogni anno a luglio nella centralissima piazza Vrijthof. Maastricht è anche la città del trattato che nel 1992 ha cambiato il volto dell’Europa. Perché firmarlo in una cittadina di circa 120mila abitanti, e non in una capitale, è facile da capire se si guarda una mappa: era il cuore dell’Europa di allora.

Un viaggio tra storia e arte

La chiave del Paradiso

Vrijthof è il punto di partenza per esplorare il centro storico, dopo un caffè in uno dei bar affacciati sull’enorme piazza. Sul lato sinistro, un edificio rosso del Trecento ospita il Museo della Fotografia, in prossimità di due chiese stranamente vicine. La più grande è la basilica di San Servazio, nel Medioevo luogo di pellegrinaggio in quanto custodisce le spoglie del santo, ritenuto cugino di San Giovanni Battista anche se morto nel 384 (San Giovanni nel 31 circa). Miracoli della fede, come la grande chiave d’argento del tesoro della basilica copia di quella che aprirebbe le porte del Paradiso. Forse stanchi della calca dei pellegrini, gli abitanti di Maastricht eressero la gotica chiesa di San Giovanni, in seguito diventata protestante, con una torre campanaria su cui vale la pena di salire per godere del più bel panorama sulla città. Per vedere un’altra chiesa gotica occorre entrare fra le vie dello shopping da Grote Straat e svoltare a Dominicanerkerkstraat. La facciata non lascia dubbi, ma l’interno riserva una sorpresa: non è più luogo di culto dai tempi di Napoleone, e dopo essere stata una stalla e una sala per le feste del Carnevale, Dominicanen Boekhandel è oggi una delle librerie più belle del mondo.

Vocazione cosmopolita

Proseguendo verso la zona di Jekerkwartier, si entra in un’atmosfera romantica, con case d’epoca affacciate sul fiume Jeker. Presso il Museo di Storia Naturale la star è un dinosauro marino locale, il mosasauro. Da qui una scalinata consente di accedere alle antiche mura cittadine. Presso il parco Aldenhof campeggia una statua in bronzo del moschettiere D’Artagnan, che in realtà si chiamava Charles de Batz de Castelmore, reso celebre da Alexandre Dumas e caduto a Maastricht durante l’assedio francese alla città nel 1673. Il cosmopolitismo di Maastricht è anche frutto dei tanti dominatori che si sono alternati nei secoli: prima i celti e i romani, poi il duca di Brabante e il principe vescovo di Liegi, gli spagnoli, quindi un’alternanza fra francesi e olandesi. In mezzo a tante invasioni, gli abitanti hanno imparato a difendersi, come testimoniano le Kazematten Waldeck, una rete di tunnel creati tra il 1575 e il 1825 per sorprendere il nemico. In posizione strategica, è invece arroccato il forte Sint Pieter.

Tra antico e contemporaneo

Attraversando il ponte Kennedy sulla Mosa, si raggiunge il quartiere Céramique, legato alla produzione della ceramica. Oggi è una zona residenziale, dove è d’obbligo ferm

Redazione

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