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Ex primario di oncologia condannato per peculato e concussione: 5 anni di reclusione e interdizione perpetua

Contesto: ‘ex primario di oncologia medica dell’istituto tumori Giovanni Paolo di Bari, Vito Lorusso, è stato condannato a 5 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e di contrattare con la Pubblica amministrazione per le accuse di peculato e concussione. Lorusso era stato arrestato nel luglio 2023 per aver chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche. In seguito era stato nuovamente arrestato e posto ai domiciliari nel febbraio 2024 nell’ambito di un’inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Bari.

Prima parte: ‘indagine sulle accuse di peculato e concussione

Titolo: “Soldi ai pazienti per visite e ricoveri: l’indagine sull’ex primario di oncologia”

‘ex primario di oncologia medica dell’istituto tumori Giovanni Paolo di Bari, Vito Lorusso, è stato condannato a 5 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e di contrattare con la Pubblica amministrazione per le accuse di peculato e concussione. Lorusso era stato arrestato nel luglio 2023 per aver chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche.

Secondo l’accusa, il medico aveva creato una “situazione di sudditanza psicologica” nelle persone che assisteva, denigrando “costantemente il Servizio sanitario nazionale nonché i suoi stessi colleghi” per spingere i malati di tumore a pagare somme non dovute pur di farsi seguire da lui e di evitare lunghe attese. “Dove si fa la coda io cerco di evitarti ovviamente tutte quelle rotture“, disse, prima di essere arrestato in flagranza di reato, ad un paziente e alla sua compagna che gli avevano consegnato quattro banconote da 50 euro al termine di una visita che doveva essere a carico del Ssn.

Il gup del Tribunale di Bari Paola Angela De Santis ha ratificato il patteggiamento alla pena di 5 anni di reclusione per l’ex primario di oncologia medica dell’istituto tumori Giovanni Paolo , Vito Lorusso. Lorusso, per questa vicenda, era stato ai domiciliari ma poi è tornato in libertà. Oltre alla pena detentiva, il giudice ha disposto per Lorusso l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e di contrattare con la Pubblica amministrazione e l’interdizione legale per tutta la durata della pena. Lo ha anche condannato a pagare le spese legali alle parti civili, tra cui la Regione Puglia, l’Istituto Oncologico e l’Ordine dei medici.

Seconda parte: ‘inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso e l’arresto di Lorusso

Titolo: “Ex primario di oncologia arrestato per voto di scambio politico-mafioso: l’inchiesta a Bari”

‘ex primario di oncologia medica dell’istituto tumori Giovanni Paolo di Bari, Vito Lorusso, è stato nuovamente arrestato e posto ai domiciliari nel febbraio 2024 nell’ambito di un’inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Bari che ha portato a 130 arresti, tra cui la figlia Maria Carmen Lorusso e del marito della donna, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri.

Secondo l’accusa, Lorusso avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss ‘Savinuccio’, per favorire l’elezione della figlia: in cambio dei voti alla figlia, Lorusso avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto. Gli inquirenti hanno ricostruito, grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, un quadro in cui la criminalità organizzata avrebbe condizionato le scelte politiche e amministrative della città di Bari, con una rete di corruzione e di scambi di favori che coinvolgerebbe esponenti politici, funzionari pubblici e imprenditori.

Lorusso è stato quindi condannato per due distinte vicende giudiziarie: la prima per peculato e concussione ai danni di pazienti oncologici, con una pena di 5 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; la seconda per voto di scambio politico-mafioso, con una misura cautelare ai domiciliari in attesa di giudizio.

‘inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Bari, inoltre, ha portato alla luce un sistema di corruzione e di condizionamento della vita politica e amministrativa della città, con la criminalità organizzata che avrebbe avuto un ruolo di primo piano nel determinare le scelte e le nomine della pubblica amministrazione. Un’indagine che, oltre a colpire l’ex primario di oncologia Lorusso, ha coinvolto numerosi altri esponenti politici, funzionari pubblici e imprenditori, con l’obiettivo di restituire alla città di Bari la legalità e la trasparenza nella gestione del bene comune.

Giordana Bellante

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