Attualità
Ginnastica ritmica: ex atlete denunciano gli abusi
Giornate nere per la ginnastica ritmica italiana. Alcune ex atlete italiane hanno infatti deciso di parlare pubblicamente degli abusi fisici, verbali e psicologici che hanno subito dai propri allenatori quando erano ginnaste e frequentavano il centro federale di ginnastica ritmica dell’Accademia di Desio.
Continua lo scandalo che coinvolge la ginnastica ritmica italiana. Alcune ex atlete italiane infatti, negli ultimi giorni, hanno deciso di parlare pubblicamente degli abusi fisici, verbali e psicologici che hanno subito dai propri allenatori quando erano ginnaste e frequentavano il centro federale di ginnastica ritmica dell’Accademia di Desio.
Ginnastica ritmica: le testimonianze
Nina Corradini
La prima a raccontare dei maltrattamenti e delle umiliazioni subiti è stata l’atleta della Nazionale azzurra dal 2019 al 2021 Nina Corradini. In una recente intervista al quotidiano ‘La Repubblica” la Corradini ha raccontato le pressioni mentali, gli abusi e gli insulti che, non ancora maggiorenne, avrebbe subito dalle allenatrici della Federginnastica per restare nei parametri del peso richiesti.
Mangiavo sempre meno ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene. L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: ‘Vergognati’, ‘mangia di meno’, ‘come fai a vederti allo specchio? Una volta sono svenuta a colazione, ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensavano fosse una scusa
La giovane, che ora ha 19 anni ma all’epoca era minorenne, ha raccontato di aver sofferto di disturbi alimentari e di essersi recata spesso in farmacia per comprare dei lassativi, nella speranza che la aiutassero a restare nei parametri di peso stabiliti, così da porre fine alle continue vessazioni a cui era sottoposta.
Anna Basta
A dare manforte alla testimonianza di Corradini tante atlete tra cui anche Anna Basta, ex Farfalla rimasta nei ranghi della squadra per tre anni prima di abbandonare la ginnastica e l’attività sportiva, che con un post su Instagram ha spiegato il motivo di questa denuncia e delle loro parole
Chiedo a tutti di comprendere e pensare prima di giudicare. Non colpevolizziamo i genitori. Andiamo alla base del problema. Io e Nina Corradini abbiamo sofferto, siamo arrivate a odiare la vita. Io e Nina volevamo scomparire e adesso vogliamo fare la differenza.
Reazione e provvedimenti della Federginnastica
Dopo le confessioni delle due ginnaste e l’esposto alla Procura di Brescia al centro di un’indagine, la Federginnastica ha deciso di commissariare l’Accademia internazionale della ritmica, che ha sede a Desio. La decisione di commissariare la casa delle Farfalle è stata del presidente Gherardo Tecchi. Il commissario designato è il vicepresidente vicario Valter Peroni. In più è stato attivato un Duty Officer che dovrà monitorare la situazione dell’ Accademia. Una vigilanza costante rispetto al lavoro svolto. Con il provvedimento, inoltre, sono stati stanziati 120mila euro per un progetto di salvaguardia degli atleti.
Pareri discordanti nel mondo della ginnastica ritmica
Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni di Alessia Maurelli, 26 anni, aviere capo del Centro Sportivo Aeronautica Militare, e una delle ginnaste più titolate in attività: nel suo palmares oltre 100 medaglie conquistate, tra le quali sei titoli mondiali, tre europei e un bronzo Olimpico. Dopo Rio 2016 è diventata il capitano delle Farfalle. in un’intervista all’Ansa la campionessa respinge le recenti accuse piovute sulla ritmica, sottolineando che
non è una disciplina così disumana e subdola. Non lo deve essere. E lo posso affermare con piena consapevolezza. In quanto ginnasta veterana all’interno delle Farfalle, ma soprattutto da donna e sportiva particolarmente attenta a questi temi, non posso rimanere indifferente a tutto ciò”.
Alessia non nega la veridicità delle denunce anzi si augura chiarezza dalle indagini in corso. Ci tiene, però, a parlare del suo vissuto e della sua crescita in un ambiente sano e di quanto lavoro e impegno siano necessari per eccellere nelle competizioni mondiali.
La sottile linea tra rigore e malessere
Quello che sembra emergere, come già avvenuto in passato nel mondo dello sport fuori dall’Italia, è un problema sistemico che non ha a che fare con singoli casi isolati. Le testimonianze di Corradini e Basta hanno infatti dato modo a molte altre ginnaste, e non solo della Nazionale, ma anche di categorie inferiori e di altre discipline, di raccontare la loro storia. A livelli agonistici ed estremamente competitivi, come quello della ginnastica ritmica, sembra esserci una forte resistenza da parte dei coach a far permeare un agonismo sano e bilanciato. Tra duri allenamenti quotidiani e diete ferree diventano sempre più frequenti pressioni e abusi psicologici perché in ballo ci sono aspettative da non disilludere. Per questo motivo, il confine tra la disciplina e la malata ossessione per la perfezione è estremamente sottile.
Perché è importante parlarne?
Le vicende di cui stiamo parlando non devono assolutamente essere minimizzate o circoscritte ai vertici della sola pratica sportiva. Queste voci raccontano la persistenza di metodi militari, punitivi e contrari a ogni forma di educazione con l’aggravante che situazioni analoghe si verificano anche a livello amatoriale con atlete molto più giovani e anche in altri ambienti. E’ bene dunque parlarne per auspicare un cambiamento.