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Giovane trapper Baby Gang: La richiesta della Procura e la sfida della responsabilità

La richiesta della Procura

La Procura di Milano ha avanzato una richiesta di 3 anni di sorveglianza speciale per il giovane trapper Baby Gang, già in regime di arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’origine di tale procedura risale a gennaio, quando il rapper ha sparato a un conoscente con una pistola ad aria compressa. Questo episodio, insieme alle precedenti condanne del cantante, ha portato alla decisione della Procura di chiedere la sorveglianza speciale per prevenire ulteriori comportamenti rischiosi.

La difesa di Baby Gang

Durante l’udienza, Baby Gang ha cercato di difendersi dalle accuse, sottolineando la sua presunta trasformazione e il suo impegno nel rispettare le regole imposte. Ha sottolineato di non aver violato prescrizioni, di aver svolto attività di volontariato e di attribuire eventuali errori alle persone che frequentava in passato. Il cantante ha anche menzionato il desiderio di partecipare al Festival di Sanremo come possibile nuovo percorso nella sua carriera artistica.

La responsabilità del nome

La giudice Maria Gaetana Rispoli ha richiamato l’attenzione del trapper sulla responsabilità che porta con sé il suo nome d’arte, “Baby Gang”, e sulle implicazioni etiche delle sue azioni. Ha sottolineato che, data la sua vasta platea di followers e ascoltatori, il cantante ha un ruolo cruciale nel modellare le mentalità dei giovani e nel promuovere valori positivi attraverso la sua musica. La giudice ha esortato Baby Gang a dare il buon esempio e a adottare testi musicali che non glorifichino l’uso di armi, droghe o violenza.

La cronaca della sparatoria

L’episodio della sparatoria, avvenuto il 20 gennaio, ha scosso l’opinione pubblica e riacceso l’attenzione sui precedenti giudiziari del trapper. Nonostante fosse già sottoposto all’obbligo di dimora a Lecco, Baby Gang avrebbe violato le prescrizioni uscendo di casa quella sera. Secondo le testimonianze, si sarebbe recato da un amico per chiedere ospitalità, ma di fronte al rifiuto, avrebbe reagito sparando due colpi con una pistola ad aria compressa. Questo evento ha ulteriormente complicato la sua situazione legale e giudiziaria.

La riflessione sulla responsabilità sociale

La vicenda di Baby Gang solleva importanti questioni sulla responsabilità sociale degli artisti e sull’influenza che essi esercitano sulle nuove generazioni. La sua storia mette in luce il delicato equilibrio tra libertà creativa e consapevolezza dell’impatto sociale delle proprie opere. È fondamentale prendere coscienza del potenziale formativo e orientativo che la musica e le parole di un artista possono avere, soprattutto quando indirizzate a un pubblico giovane e impressionabile. La sfida per Baby Gang sarà conciliare la sua espressività artistica con un messaggio responsabile e costruttivo per il suo pubblico.

Giordana Bellante

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