Il governo Meloni al lavoro per nominare il nuovo commissario europeo: scadenze e sfide da affrontare - Occhioche.it
Con l’estate ormai alle spalle, il governo di Giorgia Meloni è impegnato su un dossier cruciale: la nomina del nuovo commissario italiano per la Commissione europea. Questo incarico, al centro dei giochi politici europei, richiede attenzione soprattutto per la scadenza fissata al 31 agosto, indicativa della competitività italiana sul palcoscenico europeo. Intanto, il ministro Raffaele Fitto pare essere in pole position per rappresentare l’Italia, ma la selezione presenta numerosi ostacoli da superare, tra cui il rispetto dell’equilibrio di genere.
L’assegnazione dei posti nella nuova Commissione europea ha sollevato un dibattito acceso riguardo la rappresentanza femminile. Nonostante la presidente Ursula von der Leyen avesse richiesto che da ciascun Stato membro venissero presentati sia candidati uomini che donne, sembra che la maggior parte delle proposte arrivate dai 27 paesi membri siano al maschile. Questo scenario rischia di sollevare delle obiezioni da parte di von der Leyen, che potrebbe richiedere nuovi nomi per garantire la parità di genere in un contesto così polivalente.
Tra le donne attualmente indicate per la carica, emergono alcune figure significative. In primis, Teresa Ribera, ex vicepremier della Spagna, seguita dalla ministra svedese Jessika Roswall e dall’europarlamentare finlandese Henna Virkunen. Anche Dubravka Suica, commissaria uscente dalla Croazia, e l’ex premier estone Kaja Kallas figurano tra le candidate. La mancanza di diversità di genere, quindi, non solo suscita critiche, ma potrebbe complicare ulteriormente il processo di ratifica da parte del Parlamento europeo, creando un clima di incertezze e tensioni.
Uno degli aspetti fondamentali del processo di nomina è rappresentato dalle audizioni che si svolgeranno tra ottobre e novembre. Le varie commissioni parlamentari del Parlamento europeo avranno l’importante compito di valutare i commissari designati dai singoli Stati. Questa fase rappresenta una vera e propria verifica dello stato di avanzamento delle candidature, poiché i membri del Parlamento avranno la possibilità di bocciare i nominativi proposti.
Al termine di queste audizioni, il nuovo presidente del Consiglio europeo sarà insediato il 1 dicembre. Da quel momento, tra il 16 e il 19 dicembre, si svolgerà una votazione cruciale durante la quale il Parlamento europeo, con una maggioranza semplice, si pronuncerà sull’approvazione del nuovo collegio di commissari. Per essere ratificato, il presidente della Commissione deve ottenere il voto favorevole dalla maggioranza assoluta, ovvero più della metà degli eurodeputati. In caso contrario, il Consiglio europeo sarà obbligato a presentare un nuovo candidato nel giro di un mese.
Ogni commissario designato sarà assegnato a un portafoglio politico, al quale dovrà rispondere innanzi alla commissione parlamentare competente. Questo passaggio è cruciale poiché i commissari dovranno dimostrare la loro idoneità in relazione alle funzioni che andranno a svolgere. Il loro successo nell’esame parlamentare determinerà non solo la loro carriera, ma anche l’integrità dell’intero collegio di commissari.
Ogni commissario potrà decidere di ritirarsi qualora non riceva una valutazione positiva, il che pone una pressione ulteriormente accentuata sulle candidature italiane e europee. Al termine di tutte le audizioni, sarà necessaria una votazione di approvazione da parte dell’assemblea per validare il mandato del nuovo presidente, del collegio di commissari e dell’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Tale passaggio non è solo procedurale, ma rappresenta un momento decisivo per l’Unione Europea e il suo futuro.
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