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Il rapporto Anac: carenza di 4500 medici e 10mila infermieri, Schillaci fa il punto

L’allarme sulle carenze di personale sanitario in Italia

Il rapporto dell’Anac, anticipato dal Sole24Ore, ha evidenziato la grave carenza strutturale di personale sanitario in Italia, con una spesa potenziale di 1,7 miliardi di euro per i gettonisti, professionisti della sanità “on demand”. Il ministro Orazio Schillaci ha sottolineato che mancano circa 4.500 medici e 10.000 infermieri a livello nazionale, portando le Regioni a ricorrere a medici e infermieri gettonisti. Le spese maggiori sono state sostenute dalla Lombardia, Abruzzo e Piemonte, con valori nettamente superiori rispetto ad altre regioni.

  • Dall’analisi territoriale emerge che la Lombardia ha speso 56 milioni, l’Abruzzo 51 milioni e il Piemonte 34 milioni, con incrementi significativi rispetto ad altre regioni. La situazione evidenzia una distorsione nel sistema sanitario italiano, con effetti negativi sulla qualità dell’assistenza.

I dati del rapporto Anac sulle spese e le carenze di personale

Il rapporto dell’Anac si riferisce al periodo 2019-agosto 2023 e analizza i contratti pubblici nel settore sanitario. Sono stati registrati quasi 1,7 miliardi di euro, di cui circa 900 milioni già spesi e 800 milioni inseriti nei contratti in corso. Le spese maggiori sono state sostenute per il reperimento di personale infermieristico e medico, con la Lombardia in testa alla classifica per la spesa effettivamente sostenuta.

  • La concentrazione del mercato su pochi operatori è evidente, con poche cooperative che si aggiudicano la maggior parte dei bandi per la fornitura di personale sanitario, creando una situazione di mercato ristretto e poco competitivo.

Il problema della concentrazione del mercato nel settore sanitario

I dati sulle aggiudicazioni degli appalti evidenziano che pochi operatori controllano la maggior parte del mercato dei camici bianchi gettonisti. In particolare, per i contratti di fornitura di personale medico e infermieristico, solo poche cooperative o società si sono assicurate una quota significativa dei bandi, creando una situazione di monopolio che solleva preoccupazioni sul corretto funzionamento del mercato e sull’equità delle opportunità per gli operatori del settore.

Redazione

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