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Il Times esalta l’enologia sarda: innovazione con il vermentino in fondali marini

Il quotidiano britannico The Times ha recentemente posto l’accento sull’arte vinicola della Sardegna, evidenziando le innovazioni portate avanti da giovani enologi, tra cui il sardo Andrea Pala. Il focus è sulla creazione del vino Donna Ma’, un vermentino IGT Isola dei Nuraghi, prodotto con una tecnica antica che prevede il riposo delle uve in nasse immerse nei fondali marini, un metodo che rimonta a 2.700 anni fa. Questo progetto si distingue per la sua originalità e la qualità del prodotto, confermando la Sardegna come un importante centro di eccellenza enologica.

l’innovativa tecnica di vinificazione

Un ritorno alle origini

Andrea Pala, riconosciuto come il miglior giovane enologo d’Italia nel 2022, ha progettato questo vino riscoprendo una tecnica tradizionale degli antichi greci. Quasi come un viaggio nel tempo, Pala spiega che 2.700 anni fa era consuetudine per i viticoltori far riposare le uve nei fondali marini per arricchirle di sapidità. Questo metodo, oggi riscoperto, offre un approccio distintivo che unisce il passato e il presente dell’enologia. L’applicazione della tecnica marittima consente di ottenere un vino con caratteristiche organolettiche uniche, in grado di riflettere l’ambiente marino da cui proviene.

Un territorio speciale

Il vino Donna Ma’ è prodotto nell’azienda agricola Culuccia, situata sull’isola di Culuccia, un luogo particolarmente suggestivo nei pressi di Santa Teresa Gallura, in Sardegna. Questa località, praticamente un paradiso naturale, è bagnata dalle acque dell’arcipelago de La Maddalena, un contesto ideale per la viticoltura. L’azienda per la quale Pala lavora è di proprietà dell’imprenditore torinese Marco Boglione e di sua moglie Stella, che hanno investito tempo e risorse per valorizzare il territorio locale e portare avanti tradizioni vinicole uniche.

la straordinarietà del vermentino

Un vino di nicchia

Il vermentino Donna Ma’ è disponibile in edizione limitata e si discosta dal normale disciplinare del vermentino di Gallura DOCG. Pala sottolinea l’importanza di questa scelta, che permette di sperimentare e creare un prodotto di alta qualità, differente dagli altri vermentini presenti sul mercato. La produzione limitata rende questo vino ancora più esclusivo, attirando l’attenzione di collezionisti e appassionati di vino da tutto il mondo.

Un contatto diretto con il mare

Questa particolare varietà di vermentino si distingue non solo per la tecnica di vinificazione, ma anche per l’ubicazione dei vigneti. I vigneti della Culuccia si trovano a solo sette e undici metri dalla riva del mare, in un terreno sabbioso che trae beneficio dall’influenza marina. I produttori affermano che questo particolare microclima e la vicinanza all’acqua conferiscono al vino un carattere marino distintivo, capace di raccontare la storia e il territorio da cui proviene in ogni sorso.

la nuova era della viticoltura

Una generazione di innovatori

The Times mette in evidenza che l’enologia sarda sta vivendo una rinascita grazie all’impegno di una nuova generazione di viticoltori. Questi professionisti, tra cui Andrea Pala, stanno riscoprendo e reinterpretando metodi antichi per dar vita a vini che celebrano la tradizione locale pur integrando innovazioni moderne. L’arte di produrre vino, una volta in pericolo di estinzione, viene ora rivitalizzata, riportando la Sardegna sul palcoscenico enologico internazionale.

Riferimenti culturali e storici

In un interessante richiamo alla letteratura, il quotidiano inglese cita Omero e il suo famoso verso sul “mare color del vino”. L’uso di tale immagine poetica non è casuale. Esso sottolinea come, a distanza di millenni, l’Italia – e in particolare la Sardegna – stia abbracciando questa descrizione in un modo molto tangibile, facendo rivivere la tradizione attraverso tecniche moderne di viticoltura. Un ritorno al concetto di vino come espressione del territorio e della sua cultura, che non può fare a meno di affondare le proprie radici nel passato.

Giordana Bellante

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