"Imu: Ricerca di 11 miliardi per tasse sulle seconde case, negozi e uffici" - avvisatore.it
Lunedì 18 dicembre è il giorno del saldo dell’Imu, l’imposta sugli immobili. Quest’anno ci sono buone e cattive notizie per i contribuenti. La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, il calcolo dell’Imu è semplice, poiché le aliquote per il 2023 sono le stesse del 2022. Quindi, se la situazione dell’immobile non è cambiata, basta inserire lo stesso importo nel modello F24 o nel bollettino postale. La cattiva notizia è che la maggior parte delle città ha già raggiunto l’aliquota massima: 10,6 per mille o 11,4 per mille nei centri che hanno deciso di aumentare la Tasi fino al 2019.
Secondo il sito delle Finanze, ci sono oltre 6.600 Comuni che hanno approvato delibere Imu per il 2023. È importante verificare caso per caso, poiché la maggior parte delle delibere conferma le aliquote o apporta piccole modifiche, ad esempio per le abitazioni in affitto o per la determinazione del valore delle aree edificabili. Bisogna fare attenzione anche ai circa 200 Comuni che hanno pubblicato la delibera dopo il 28 ottobre, poiché in questo caso la decisione non è valida. Le delibere di quest’anno sono ancora a schema libero, poiché l’introduzione della griglia ministeriale è stata rinviata al 2025.
Nel 2022, i Comuni hanno incassato complessivamente 17,9 miliardi di euro tra acconto e saldo dell’Imu. A questa cifra va aggiunta la quota riservata allo Stato per i fabbricati produttivi iscritti nel gruppo catastale D, che ammonta a circa 3,7 miliardi di euro per 1,7 milioni di immobili. Con un gettito annuo di circa 22 miliardi di euro, si stima che il saldo dell’Imu per quest’anno sia di circa 11 miliardi di euro, considerando che gli incassi Imu a ottobre hanno registrato un aumento dello 0,8% rispetto al 2022.
Sono esenti dal pagamento dell’Imu 19,8 milioni di prime case (ad eccezione di quelle nelle categorie catastali di pregio) e 13,9 milioni di pertinenze. Dovranno invece pagare l’Imu i proprietari di 5,7 milioni di case vuote, 3,6 milioni di abitazioni affittate e 2,7 milioni di uffici, negozi e altri locali affittati. Tuttavia, i proprietari di immobili occupati abusivamente sono esentati dal pagamento dell’Imu, a condizione che abbiano denunciato il reato.
Poiché le aliquote dell’Imu sono già quasi tutte al massimo, spesso il calcolo dell’imposta dipende dalla rendita catastale dell’immobile. La rendita catastale è azzerata per i 610.000 edifici accatastati come ruderi alla fine del 2022, che non devono pagare l’Imu nemmeno sull’area edificabile. Tuttavia, la rendita catastale è aumentata in molte delle case riqualificate con il superbonus, e su questo tema il Ddl di Bilancio attualmente in Parlamento richiede controlli da parte delle Entrate.
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