Ad aprile 2025 l’inflazione a Roma ha toccato nuovi record. Aumenti in tutti i settori: da energia e trasporti a ristoranti e alberghi. Il carovita colpisce famiglie e turisti.
L’inflazione non si ferma a Roma, anzi accelera. I dati dell’indice comunale dei prezzi al consumo (Nic) relativi al mese di aprile 2025 parlano chiaro: rispetto allo stesso periodo del 2024, la Capitale è più cara del 2,1%, mentre solo tra marzo e aprile si è registrato un incremento dello 0,2%. Un trend che preoccupa e che riflette gli effetti delle vacanze pasquali, della morte del Papa e del conseguente conclave, che hanno fatto schizzare in alto molte voci di spesa.
Nel 2024 l’indice Nic aveva superato quota 120 punti una sola volta. Quest’anno, invece, non è mai sceso sotto quella soglia, toccando 120,9 punti ad aprile. Un segnale evidente di un carovita sempre più marcato, che mette sotto pressione i bilanci delle famiglie romane e degli operatori economici.
Analizzando i dati nel dettaglio, i settori che hanno subito i maggiori aumenti rispetto all’anno scorso sono:
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili: +5,9%
Istruzione: +3,8%
Servizi ricettivi e ristorazione: +3,1%
Prodotti alimentari e bevande analcoliche: +2,7%
Servizi sanitari e spese per la salute: +1,8%
Bevande alcoliche e tabacchi: +1,7%
Abbigliamento e calzature: +1,1%
Gli effetti combinati di turismo, festività e domanda crescente hanno gonfiato le tariffe in diversi settori chiave.
Ad aprile 2025, tra i prodotti e servizi più colpiti dall’inflazione, spiccano:
Caffè, tè e cacao: +18,7%
Energia elettrica: +15,3%, con un indice di inflazione al 172,9%
Biglietti aerei: +15,4% rispetto ad aprile 2024, ma oltre +30% rispetto a marzo
Trasporti marittimi: +15,3%
Trasporto su strada: +4,8%
Trasporto ferroviario: +1,3%
Il settore più colpito è stato quello aereo, che ha raggiunto un indice inflattivo del 265,9%: un aumento vertiginoso spinto dall’arrivo di migliaia di turisti per la Pasqua e gli eventi religiosi di aprile.
La crescita del turismo ha avuto un impatto diretto anche su ristoranti e alberghi, con aumenti medi del 3,6% solo tra marzo e aprile. Le festività e i flussi turistici eccezionali hanno portato a una corsa al rialzo dei prezzi, soprattutto nel centro storico e nelle aree più frequentate.
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