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Insegnante precaria e antifascista agli arresti domiciliari in Ungheria: la storia di Ilaria Salis e la sua battaglia per la giustizia sociale

Un braccialetto elettronico alla caviglia e la consapevolezza che la sua battaglia è tutt’altro che finita. Questa è la realtà di Ilaria Salis, insegnante precaria e antifascista italiana, attualmente agli arresti domiciliari in Ungheria. In un video pubblicato su Instagram, la 39enne ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che l’hanno sostenuta e ha promesso di continuare a lottare per la giustizia sociale.

“Io oggi purtroppo sono ancora qui in Ungheria – ha detto – sono agli arresti domiciliari, devo indossare questo braccialetto elettronico e il processo contro di me va avanti e rischio 24 anni di carcere per cui direi che la mia battaglia non è assolutamente finita, il pozzo ha cambiato forma ma io sono ancora lì dentro”.

La storia di Ilaria è iniziata circa un anno e mezzo fa, quando è stata arrestata in Ungheria per motivi ancora non del tutto chiari. Da allora, la sua vita è stata completamente sconvolta. Nonostante le difficoltà, ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni europee con Avs, anche se non si considera una politica di professione.

“In realtà io non sono una politica di professione, io ho sempre fatto politica in altri contesti, dal basso, io sono un’insegnante precaria, come tutti sapete sono un’antifascista e nell’ultimo anno e mezzo purtroppo questa vicenda dell’arresto ha sconvolto completamente la mia vita. E infatti è anche a partire da questo che ho deciso di candidarmi perchè vorrei che tutte le persone che si trovano in Europa a sopportare situazioni di ingiustizia di questo tipo non siano lasciate da sole”.

La mia battaglia per la giustizia sociale: dall’istruzione di qualità alla lotta contro le destre radicali

Oltre a lottare per la propria libertà, Ilaria ha promesso di battersi per il diritto a un’istruzione di qualità e per cambiare radicalmente le condizioni materiali di vita delle persone. Inoltre, ha dichiarato di voler contrastare le destre radicali e le loro politiche discriminatorie.

“Ho intenzione di battermi anche per il diritto a un’istruzione di qualità, per cambiare radicalmente le condizioni materiali di vita, e per contrastare le destre radicali e le loro politiche discriminatorie. E avendolo provato sulla mia pelle – ha concluso -, vorrei che fosse la solidarietà e non la paura il faro che guida l’Europa. Spero di abbracciarvi il prima possibile in Italia”.

Il caso di Ilaria Salis ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, sia in Italia che all’estero. La sua storia è un esempio di come la lotta per la giustizia sociale possa avere conseguenze personali drammatiche, ma anche di come la solidarietà e il sostegno possano essere fondamentali per continuare a lottare. La sua battaglia è tutt’altro che finita, ma la sua determinazione e la sua voglia di giustizia sono più forti che mai.

Luisa Pizzardi

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