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Intervista a Simone Da Pra, “Passerà”: la rinascita raccontata in musica
Dal 30 marzo sarà in rotazione radiofonica e disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming, “Passerà” (prod. Big Fish e Marco Zangirolami), il nuovo brano di Simone Da Pra, distribuito da Believe Digital.
Scritto interamente dallo stesso Simone, “Passerà” è un brano in grado di coinvolgere completamente chiunque lo ascolti e condurlo lungo un viaggio di riflessione e consapevolezza sulle difficoltà quotidiane della vita. Attraverso un testo forte e diretto, l’artista invita a non perdere mai le speranze e la forza di ricominciare a vivere e sognare. Nato in un momento difficile, dovuto alla perdita del nonno, la persona a cui Simone teneva di più in assoluto, è un brano che parla di rinascita, di un Simone che ritrova la forza di andare avanti e il coraggio di affrontare anche “quelle stupide parole di coloro che, invece di ascoltarmi, mi hanno crocifisso e insultato”. Una storia che Simone vuole raccontare, per la prima volta parlando in prima persona, a tutti, in particolare a coloro che stanno attraversando momenti bui e che potranno trarne una parola di conforto e di speranza, perché tutto “Passerà”.
Simone Da Pra, classe 1985, è nato a Pieve di Cadore (Belluno). Dal 2002, inizialmente sotto pseudonimo, inizia a registrare i suoi primi brani. Debutta nell’ambiente del rap italiano nel 2006 con il disco “Vita Di Ragazzi Di Oggi”. Collabora con vari artisti rap come Ensi, Raige e Mondo Marcio. Nel 2015, utilizzando il suo vero nome, pubblica “Libero”, Ep che include i brani “Potrei essere proprio lei” e “L’amore è amore”, che affrontano tematiche forti, ovvero il femminicidio e le difficoltà degli omosessuali di vivere serenamente il proprio amore e i propri sentimenti. Dal 30 marzo Simone Da Pra tornerà in radio. Ecco come si è raccontato nella nostra intervista.
Scrivi sul tuo canale YouTube: “Faccio musica perché salva più gente di uno psicologo”. Come ti accosti alla musica? Cosa è per te la musica?
Il mio amore per la musica nasce per gioco. Senti il tuo idolo cantare da bambino e vorresti essere lui. Secondo me nasce un po’ per tutti così. Poi, andando avanti nella vita, ho trovato “me stesso” e sono riuscito a farlo venir fuori, proprio attraverso la musica. Quindi la musica, per quanto mi riguarda, è stata e continua ad essere un elemento fondamentale, ma penso che questo valga per ogni singola persona. Faccio musica entrando sempre un po’ in punta di piedi perché tocco temi che non sono così semplici e leggeri.
Parliamo del tuo percorso artistico. Il passaggio dallo pseudonimo al tuo vero nome, nel 2015, è sinonimo di maggiore sicurezza, consapevolezza, crescita, insomma di un cambiamento?
C’è stato un cambio radicale, effettivamente. Per anni ho fatto musica cercando di evadere dalla realtà. Ho praticamente indossato una maschera, un costume e ho tentato, così, di dimenticare un po’ tutto. Quindi ho creato questo personaggio alternativo. E’ successo, però, che con gli anni mi sono reso conto di non sentirmi più a posto con quello che facevo. Iniziavo a risentirne e, in quel momento, ho scelto di abbandonare il vecchio percorso, che sicuramente mi ha molto aiutato sia sotto il punto di vista umano che artistico, e di far venir fuori quello che sono realmente, senza più tante paure dei giudizi. E’ uscito il vero Simone Da Pra. Quindi ho abbandonato il nome d’arte e anche la musica, a quel punto, è cambiata. E’ come se si trattasse di due artisti diversi, sotto un milione di aspetti. Il nuovo e il vecchio Simone. Oggi faccio musica per necessità, prima facevo musica per divertimento. Prima ero un fumetto e oggi sono un film.
Dopo tre anni di silenzio torni con “Passerà”, brano che parla di rinascita, della tua rinascita.
“Passerà” è il primo brano che scrivo in prima persona. Mi sono sempre piaciute le storie e, per questo, ho sempre cercato di raccontare quelle di cui ritenevo fosse importante parlare. Non avrei mai detto di poter parlare di me. Alla fine, invece, l’ho fatto senza rendermene conto. E’ uscito questo lato di me proprio perché ne sentivo il bisogno. Dovevo dire a qualcuno cosa mi stava succedendo, per uscirne. Stavo attraversando un brutto momento legato sia alla perdita di mio nonno che a una situazione familiare non felicissima. E ho trovato il coraggio di sfogare, attraverso la musica, tutto quello che sentivo e provavo. E sono felice ne sia uscito qualcosa di positivo. Il messaggio finale è che tutto passa. Sono ripartito da me stesso e ce l’ho fatta a pensare positivo, di nuovo.
Il rapporto con tuo nonno, “a cui devo tutto quello che sono oggi”, scrivi. Ti appoggiava nella tua scelta di cantare e inseguire il tuo sogno?
Lui è stato l’unico ad appoggiarmi, in ogni momento. Contro tutti. Si è sempre messo tra me e tutti. E anche se sapeva, e non mi ha mai nascosto, che quello che inseguivo era un obiettivo arduo e difficile, mi ha sempre trasmesso la forza e il coraggio di dire “proviamoci comunque, cosa c’è di male?”. Non ha fatto altro che darmi dei buoni consigli per tutta la sua vita. Per quanto io abbia sofferto per la sua perdita mi sono reso conto che di più non potevo chiedere. Da un lato la vita mi ha tolto tanto, dall’altro, però, mi ha dato tantissimo; perché mi ha dato lui.
Con “Passerà” cerchi di esorcizzare il tuo dolore, ma anche la “violenza”, nelle sue diverse forme. Ad oggi come si descrive Simone? Come ti senti in questo momento della tua vita, artistica e non?
Sto ancora camminando sopra un filo, solo che sotto non vedo più gli squali, non ho più quella paura di cadere. Insomma sono sempre in bilico ma mi sento molto più a posto con me e con gli altri. Sotto il lato artistico, forse per la prima volta, inizio a essere soddisfatto. Sono molto autocritico. Il rap è autocelebrativo, io sono esattamente il contrario. Infatti mi allontano sempre di più da quello che è il mondo del rap italiano e non. Sono contento perché vedo che gli sforzi che ho fatto iniziano a essere ripagati. La gente si è accorta che ho lavorato molto su me stesso, sia come persona sia come artista. Ho iniziato a dedicarmi a molte cose che non avrei mai pensato di fare. Vengo da una realtà molto piccola. Non ho mai fatto corsi di canto, di dizione, di respirazione. Ora mi rendo conto dell’importanza di tutto questo così come dei consigli che mi ha dato Fish, prima di chiunque altro, che è una delle persone che davvero ringrazio di più, sia come artista che come uomo. Lui con me ha fatto veramente tanto e gliene sarò grato per sempre.
Progetti e sogni per il futuro?
Cerco di godermi il momento. Anche se avrei già tanti testi scritti che potrei far uscire a breve. Però voglio prima concludere questo capitolo e capire cosa succederà. Voglio ricominciare a scrivere perché ultimamente ne sento, sempre di più, la necessità e voglio capire cosa è cambiato ora rispetto a prima, se ancora soffro per qualcosa, perché la scrittura mi aiuta a capire come cambio io. Al momento non c’è nulla di programmato ma sicuramente vorrei uscire con un nuovo singolo e, spero, non nel giro di una vita, anche con un nuovo Ep o album. Sicuramente il mio obiettivo è questo, però ad oggi non ho una risposta.