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Intervista ad Alessandra Crinzi, «Non chiamatemi influencer»
Schietta, diretta, senza peli sulla lingua. Alessandra Crinzi è un vulcano. Non la solita fashion blogger/influencer dal linguaggio patinato e le foto sempre impeccabili. Alessandra è una ragazza solare, simpatica con due occhioni che parlano da soli. “Cacciatrice di sogni e birre”, si legge sulla sua pagina Instagram personale. Sì, perché Alessandra è una sognatrice, dispensatrice di pillole di stile e pensieri sinceri. E’ una blogger, con la grande passione per la scrittura e per la moda. Ma non chiamatela “influencer”. La sua pagina instagram Outfitspertutte conta quasi 170.000 followers – quindi forse un po’ influencer lo è. Un insta-magazine al femminile in cui offre consigli su abbigliamento, tendenze, senza mai prendersi troppo sul serio. Ma Alessandra è anche un’aspirante giornalista, redattrice, con la sua rubrica personale Crinzieacapo, presso Il Corriere della Città. Ecco come sì è raccontata nella nostra chiacchierata.
Chi è Alessandra Crinzi? E come ti descriveresti in tre parole?
Una trentaquattrenne, impiegata commerciale, che si diverte a “giocare” sui social network. Impulsiva, passionale, caotica, forse fin troppo schietta. Sono 7 parole, ho già sbagliato, non me ne volere 🙂
Outfitspertutte, la tua pagina instagram, conta ormai migliaia di seguaci. Come nasce l’idea di questa pagina, ormai vera e propria community? Ti saresti mai aspettata un successo tale?
Le persone stentano ancora a crederci. Outfitspertutte nasce in modo del tutto casuale. Una mattina mi svegliai dopo aver sognato di essere creatrice di un “insta-magazine” al femminile. Un piede giù dal letto, e avevo già il telefono in mano per creare la pagina. Ho seguito l’istinto e quel sogno, senza alcuna pretesa. Non mi aspettavo che potesse diventare una realtà da quasi 170.000 followers.
Sei diventata una vera e propria influencer del web. La tua carta vincente? Cosa apprezzano di te i tuoi seguaci?
Uh mamma! Influencer. Questa parola mi lascia sempre perplessa. Così vengo definita da tanti, ma sinceramente mi fa un po’ impressione. Preferisco essere semplicemente una donna tra le donne che ha tante cose da dire e far vedere, e che quindi sfrutta la visibilità per donare giornalmente piccoli suggerimenti. L’idea d’influenzare la gente non mi piace. Le ragazze che mi seguono pensano con la loro testa – e menomale – e credo che continuino a leggermi giornalmente perché è palese dall’altra parte c’è una di loro, una persona raggiungibile, non una che se la tira fino a strapparsela perché “c’ha i followerzz su instagrammm”.
Come ti definiresti tu? Blogger, fashion blogger, instagramer?
Sono una donna che vive di scrittura e che utilizza questo metodo per confrontarsi con le altre persone. Sono una blogger che ha trovato nei social un modo per comunicare, e senza alcun filtro.
Hai avuto modo di conoscere più o meno direttamente le tue “colleghe”? Ce n’è qualcuna che apprezzi particolarmente e perché?
Sicuramente Nunzia Cillo, una delle professioniste più serie che io abbia mai conosciuto. Colta, bella, intelligente. La sua gallery e il suo blog sono una boccata d’aria in un mondo che ultimamente non dà modo d’imbattersi in persone che si sanno distinguere. Tutti copiano tutto, purtroppo.
“Mortaccidezara”, come tu hai ironicamente rinominato il famoso brand spagnolo, è ormai un tormentone tra i tuoi seguaci, e non solo. Hai mai pensato di creare un brand tutto tuo? Ti appassiona il mondo della moda?
Pensa che molte ragazze mi chiedono dove sia questo negozio perché non riescono a trovare lo shop online… La cosa, ammetto, mi sconforta un bel po’. La moda mi attrae, ma nel senso che mi garba vestire bene, indossare capi che si abbinano alla mia personalità, ma né più né meno di quanto possa piacere a molte altre donne. Sì, Outfitspertutte parla principalmente di abbigliamento low cost, ma proprio per questo è nata; aiutare il mio genere a vestirsi in modo carino senza spendere troppo. Da qui a creare un brand ce ne vuole, e poi comunque, ci ha già pensato il mio fidanzato – molto più bravo di me. Questo è il terzo anno di vita Bemonkey Portofino, azienda che produce moda mare e abbigliamento tecnico per il settore nautico.
La scrittura è una delle tue più grandi passioni, la tua valvola di sfogo. Hai mai pensato, provato a farne una professione?
Il mio sogno è sempre stato questo; scrivere e far leggere i miei pensieri a tante, tantissime persone. Questo sta già accadendo e spero con tutto il cuore di poterlo continuare a fare per il resto dei miei giorni.
Hai anche un blog. Quando, come nasce? Di cosa parli?
Nasce nel 2013, insieme alla pagina Instagram. Parlo di tutto quello che mi passa per la testa, senza alcuna programmazione particolare. Seguo l’impulso, anche in questo. Stano vero? 🙂
Hai una rubrica personale su “Il Corriere della Città”. Di cosa scrivi? Ti appassiona il giornalismo?
La rubrica Crinzieacapo parla di tutto, come lo fa il blog. Ho avuto la fortuna di incontrare la direttrice di questo giornale, Maria Corrao, grazie a Instagram. Lei mi seguiva da qualche mese; un giorno ha deciso di contattarmi proponendomi d’iniziare a lavorare per Il Corriere. È stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita, calcolando che, fin dalle scuole elementari, il mio sogno è sempre stato quello d’intraprendere la carriera giornalistica.
La popolarità sui social. Molti oggi i/le giovani che la ricercano. E’ una popolarità effimera, reale? Cosa diresti loro al riguardo?
Sai che penso? Alcuni dei nostri giovani cercano popolarità. Punto. Che sia sui social o meno, poco importa. Vogliono diventare famosi pur non sapendo far nulla. E sai perché? Perché il nostro paese è colmo di gente che dà quest’esempio. Personaggi che diventano tali senza perché e senza evidenti capacità ma che, nonostante ciò, guadagnano cifre stratosferiche. Sono pochi i giovani che coltivano sogni e ambizioni, ma non me la sento di puntare il dito su questa generazione. La colpa è di una società priva di meritocrazia, che premia gli incompetenti a discapito dei meritevoli. Cosa direi a questi ragazzi? Che i followers sui social sono come i soldi del Monopoli; lasciano il tempo che trovano. E se domani Instagram dovesse smettere di funzionare, tutte queste persone che vivono di questa strana popolarità, tornerebbero a essere quello che sono sempre stati; nessuno. Fine dei selfie, fine dei like e fine dei giochi. Quindi? Umiltà, educazione, gentilezza, ambizione, ma abbinata a studio, studio, studio. I social danno visibilità alle proprie capacità; bisogna saperli sfruttare in modo intelligente.
Tu personalmente come vivi la tua “influenza” sul web? Il fatto di essere un esempio per molte adolescenti e giovani
È vero, molte ragazze mi hanno presa come un esempio, soprattutto per il mio passato turbolento tra bulimia e anoressia. Beh, se parliamo di questo, ammetto che ciò mi rende fiera; essere portavoce, quindi una combattente che ha vinto una guerra molto difficile, credo sia uno dei migliori esempi che io possa dare.
La visibilità sui social ti ha portato qualche soddisfazione, occasione importante?
Tante soddisfazioni, ma non solo lavorative. Sono fortunata; ogni giorno ho la possibilità di parlare con centinaia di donne. Molte di loro si confidano con me, mi rendono partecipe dei loro problemi, delle loro vite. Questo per me è un vero privilegio.