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Israele: Abusi sessuali sugli ostaggi, il racconto scioccante

Ex ostaggi israeliani raccontano gli orrori subiti durante la prigionia a Gaza

Donne e uomini, vittime di abusi sessuali. Ragazze trattate come bambole dai loro carcerieri. L’incubo delle gravidanze causate dagli stupri. Questi sono solo alcuni degli orrori raccontati dagli ex ostaggi israeliani durante una drammatica testimonianza davanti alla commissione parlamentare della Knesset. Questi racconti si aggiungono alle numerose prove di violenze sessuali subite durante l’attacco compiuto da Hamas il 7 ottobre.

Le testimonianze degli ex ostaggi

Aviva Siegel, rapita insieme al marito Keith e ancora prigioniera a Gaza, ha raccontato di aver visto ragazze prigioniere trattate come bambole dai terroristi. “Le ragazze venivano vestite in modo inappropriato, come bambole, e venivano trattate come tali. Bambole a cui puoi fare quello che vuoi, quando vuoi”, ha dichiarato Siegel. Ha anche sottolineato che anche i ragazzi venivano abusati, anche se non rischiavano gravidanze indesiderate. Siegel ha raccontato un episodio specifico in cui una giovane donna è tornata dal bagno visibilmente turbata, ma le è stato impedito di consolarla da un guardiano che aveva abusato di lei.

Chen Goldenstein Almog ha riferito che molte ragazze hanno smesso di avere il ciclo mestruale durante la prigionia, aumentando il rischio di gravidanze causate dagli stupri. Shelly Tal Meron, del partito di opposizione Yesh Atid, ha avvertito che potrebbero esserci discussioni sulle interruzioni di gravidanza e sui bambini nati da questi abusi. Attualmente si stima che ci siano più di 130 ostaggi a Gaza, di cui 19 giovani donne.

Hamas respinge la proposta di cessate il fuoco

Secondo i media israeliani, Hamas ha respinto la proposta di un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. Tuttavia, i miliziani di Hamas hanno dichiarato di non aver ricevuto ufficialmente alcuna proposta di tregua da Israele che preveda la sospensione dei combattimenti per due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi. Hamas ha sottolineato che la condizione principale per un accordo è un cessate il fuoco totale e completo, non temporaneo. Solo se questa condizione verrà soddisfatta, si potranno avviare colloqui sul rilascio degli ostaggi.

Israele ha ribadito che non accetterà un accordo per il cessate il fuoco che lasci i suoi ostaggi a Gaza o che permetta a Hamas di continuare a governare l’enclave palestinese. Le trattative per il rilascio degli ostaggi sono in corso, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli per non ostacolare i negoziati.

Gli sforzi della Casa Bianca per il rilascio degli ostaggi

Anche la Casa Bianca sta cercando di mediare per il rilascio dei rapiti. Il coordinatore del Consiglio nazionale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Brett Magurk, si è recato al Cairo, in Egitto, per “discussioni attive su come garantire il rilascio degli ostaggi a Gaza”. Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, i colloqui in corso non sono ancora arrivati al punto dei negoziati, ma sono discussioni “sobrie e serie” su ciò che potrebbe essere accettabile per tutte le parti coinvolte.

Kirby non ha confermato le indiscrezioni su alcune delle opzioni in discussione, come una lunga pausa nei combattimenti di due mesi. Tuttavia, gli Stati Uniti sarebbero “assolutamente” favorevoli a una pausa più lunga della settimana concordata a novembre scorso, che consentirebbe il rilascio di tutti gli ostaggi e l’arrivo di più aiuti umanitari.

Questo è solo l’ultimo sviluppo in una situazione sempre più complessa e drammatica. La comunità internazionale continua a fare appelli per un cessate il fuoco e una soluzione pacifica al conflitto. Tuttavia, la strada verso la pace sembra ancora molto lontana.

Redazione

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