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Italiani a Sydney: inchiesta semi-seria sul ‘sogno australiano’

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Altro che fuga dei cervelli: i migranti italiani 2.0 portano con loro anche cuore e tradizioni, ma, soprattutto, vanno in cerca non solo di opportunità lavorative, ma anche di una migliore qualità della vita che sembra essere diventata una chimera nel nostro Paese, soprattutto in determinate zone dello stivale.

Ricordate il sogno americano delle generazioni degli anni Ottanta? Sembra proprio che i ventenni e i trentenni di oggi stiano cambiando emisfero, tanto che, una delle mete preferite per i più coraggiosi che non temono le distanze, è proprio l’Australia, Sydney in particolare. Nessuna tra le metropoli statunitensi, infatti, sembra offrire la possibilità di un lavoro in giacca e cravatta ai piani alti di un grattacielo con l’opportunità di una pausa pranzo in spiaggia, coi piedi a mollo nell’Oceano della famosa Bondi Beach!

Col suo maestoso e modernissimo Teatro dell’Opera e il Sydney Harbour Bridge, ormai celebre quanto il famigerato ponte di Brooklyn, la città australiana sta diventando la meta per eccellenza per coloro che, non solo hanno intenzione di spostarsi dall’Italia, ma non vogliono più accontentarsi nemmeno della cara vecchia Europa. Ma mettiamo da parte i sogni a occhi aperti: cosa bisogna fare concretamente per trasferirsi al di là del Pacifico? E come rimanerci in pianta stabile?

Giovanni:

“Giro per il Mondo da dieci anni: sono stato a Londra, a Parigi e anche negli Stati Uniti, ma, ora che ho intenzione di mettere radici, tra le tante città in cui ho vissuto ho scelto di tornare a Sydney”.

 

Innanzitutto attenzione a cosa mettete in valigia: gli australiani sono molto attenti al loro ecosistema e fanno controlli severissimi negli aeroporti, quindi sarebbe meglio rinunciare a imbarcare salami, formaggi e conserve della nonna, se non si vuole incappare in qualche guaio ancor prima di aver messo piede sul suolo australiano, dopo ben venti ore di volo.

Per trasferirsi stabilmente, almeno per determinati periodi di tempo, è necessario ottenere un visto. Esistono diversi tipi di visto, ognuno dei quali prevede determinati requisiti e permette di avere diritti ben definiti. Per comprendere al meglio quale sia il visto che fa al caso vostro è, senza dubbio, opportuno consultare le fonti ufficiali del Governo Australiano sul sito dedicato al Department of Immigration and Border Protection. In particolare esistono tre tipi di visto: Visto Studio, Visto Lavoro-Vacanza e Visto Lavoro.

Michela:

“Ho deciso di trasferirmi per motivi di studio e, con la Student Visa, mi è anche permesso di lavorare part-time, così riesco a pagare tutte le spese”.

Il Visto Studio, Student Visa, si può richiedere senza limiti di età anche più di una volta e permette di lavorare part-time venti ore alla settimana per far fronte alle spese. Consente, inoltre, il ricongiungimento con eventuali familiari a carico, ma è necessario avere una certificazione di padronanza della lingua inglese per accedervi.

Francesco:

“Ho fatto un colloquio di lavoro su Skype e, grazie alla mia esperienza, ho avuto il posto ancor prima di trasferirmi, così sono riuscito a ottenere una Sponsorship Visa, perché il mio datore di lavoro ha fatto da sponsor”.

  

Il Visto Lavoro-Vacanza, Working Holiday Visa, si può richiedere fino ai 31 anni di età e dura un anno, con possibilità di rinnovo per un secondo anno. Si può richiedere una sola volta nella vita, senza contare il rinnovo, ed è utile per tutti coloro che vogliano trasferirsi e trovare un lavoro, part-time o full-time, necessario a pagare tutte le spese, con la possibilità anche di studiare per un periodo non superiore ai quattro mesi.

Anna:

“Avevo dei soldi da parte e ho deciso di investirli in un’attività a Sydney, ottenendo il visto per aprire il mio ristorante italiano! Mi ha raggiunto anche Luigi, il mio compagno, e, dopo poco, abbiamo avuto un figlio, Thomas, proprio la scorsa primavera”.

I Visti Lavoro sono di vari tipi, temporanei o permanenti, a seconda della professione e delle modalità di svolgimento. Uno dei più noti è lo Sponsorship Visa per il quale è necessaria la collaborazione di un futuro datore di lavoro intenzionato ad assumervi e a farvi da sponsor per la richiesta del visto stesso, rispettando determinate condizioni. Un altro tipo di visto legato all’attività lavorativa è il Business Visa che consente di aprire una propria attività commerciale temporanea o permanente, investendo una determinata somma economica.

Insomma, agli australiani non piace stare con le mani in mano, motivo per cui ottenere visti lavoro non è sempre una cosa semplice, al contrario di quelli studio o vacanza, più accessibili.

Anche trovare una stanza o una casa in affitto non è una passeggiata: i prezzi sono alti e c’è molta richiesta, ma, in compenso, i procedimenti burocratici sono più snelli e il costo della vita è reso più sopportabile dalla maggior adeguatezza degli stipendi. Si sa, nel food and beverage gli italiani la fanno da padroni per abilità e professionalità, ma c’è grande richiesta di molte altre professioni, dai medici agli ingegneri, passando per gli artigiani di ogni genere, quindi è possibile sbizzarrirsi.

E se proprio non volete più tornare?

Per ottenere la cittadinanza australiana occorre aver vissuto in Australia con uno dei visti legalmente validi per almeno quattro anni, di cui un anno sotto uno dei visti permanenti. Durante questi quattro anni non bisogna essersi assentati dal territorio australiano per più di un anno in totale e per non più di novanta giorni nell’anno precedente alla richiesta.

E in alternativa? Beh, comprate una tavola da surf e iniziate a fare amicizia, spiaggia dopo spiaggia…

 

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