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La Cappella Rothko a Houston chiusa a tempo indeterminato dopo i danni causati dall’uragano Beryl

La Cappella Rothko, un importante centro culturale e spirituale a Houston, affronta un periodo di chiusura a causa dei danni ingenti subiti durante l’uragano Beryl. Ristrutturata solo tre anni fa in occasione del cinquantesimo anniversario della sua apertura, la cappella è celebre per i suoi dipinti dell’artista americano Marc Rothko, la cui opera è un simbolo di bellezza e profondità riflessiva. Indaghiamo le circostanze che hanno portato alla sua attuale condizione e il significato di questo luogo.

Danni gravi all’opera d’arte e alla struttura

I danni causati dall’uragano

L’uragano Beryl ha colpito Houston all’inizio di luglio, portando venti tempestosi e piogge incessanti. La Cappella Rothko ha subito danni significativi, in particolare al soffitto e alle pareti, oltre a guasti più limitati a tre dei quattordici grandi pannelli creati da Rothko. Quest’installazione è non solo un’opera d’arte ma un angolo di riflessione e spiritualità che ha accolto oltre centomila visitatori all’anno.

Per cercare di comprendere l’entità dei danni, la Cappella ha incaricato l’azienda Whitten & Proctor Fine Art Conservation, specializzata nel restauro di opere d’arte. I professionisti di questo settore avranno il compito di valutare minuziosamente le condizioni dell’edificio e delle opere d’arte, effettuando una stima dei costi per riportare la cappella al suo splendore originale. Gli esperti hanno rassicurato che “i danneggiamenti sono riparabili,” fornendo un barlume di speranza a chi ama questo spazio.

L’importanza della cappella per la comunità

La Cappella Rothko non è soltanto un luogo di esposizione artistica, ma anche un simbolo di speranza, spiritualità e impegno sociale. In oltre cinquant’anni di attività, ha rappresentato un punto di incontro tra arte e legalità, ribadendo il suo ruolo significativo nella lotta per i diritti umani. La comunità di Houston e oltre ha sempre visto la cappella come un rifugio per la meditazione e la contemplazione, e la chiusura porta con sé un grande impatto emotivo.

La storia della Cappella Rothko

Le origini dell’opera di Rothko

La storia della Cappella Rothko è profondamente intrecciata con la vita e l’arte di Marc Rothko. I collezionisti John e Dominique de Menil, di origine francese, hanno seguito il loro sogno di creare un luogo unico dedicato all’arte e alla spiritualità, affidando a Rothko la creazione di opere destinate a questo spazio. Rothko, tuttavia, non visse abbastanza per vederle installate; si suicidò nel 1970, lasciando un grande vuoto nel mondo dell’arte.

La cappella fu inaugurata l’anno successivo, con una cerimonia che unì rappresentanti di diverse tradizioni religiose, rispecchiando l’intento di inclusione e di apertura che ha caratterizzato la mission dell’istituzione. Le opere di Rothko, con i loro colori intensi e le forme geometriche, creano un’atmosfera di contemplazione profonda, invitando i visitatori a esplorare le questioni esistenziali e spirituali.

Un baluardo dei diritti umani

I de Menil erano noti per il loro impegno a favore dei diritti umani e dell’uguaglianza. Oltre a opere d’arte significative, la Cappella ospita all’esterno il “Broken Obelisk” di Barnett Newman, dedicato a Martin Luther King, sottolineando così l’importanza del messaggio di giustizia e pace. La Cappella ha sempre operato come un centro ecumenico, aperto a tutte le fedi, rappresentando un’idea pionieristica di inclusività in un momento in cui tali principi erano ancora in fase di sviluppo.

Riconosciuta come un luogo sacro e di riflessione, la Cappella Rothko continua a rappresentare un faro di speranza nel panorama culturale di Houston. Con la chiusura attuale, la comunità rimane in attesa di poter tornare a visitare questo straordinario spazio, rinnovando il loro legame con arte e spiritualità.

In attesa di nuovi aggiornamenti sulle tempistiche della riapertura, la Cappella Rothko resterà nel cuore di chi l’ha visitata, mantenendo viva la sua eredità culturale e spirituale.

Giordana Bellante

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