La Corte di Giustizia europea decide sulla Superlega: il futuro del calcio in bilico - avvisatore.it
La Corte di Giustizia Europea si appresta a prendere una decisione che potrebbe cambiare il futuro del calcio europeo. Domani, la Corte dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato da A22, la società che ha ereditato il progetto della Superlega, contro l’Uefa. Il ricorso solleva la questione se sia legittimo che l’Uefa eserciti il suo monopolio sul calcio europeo, escludendo la possibilità di organizzare un torneo ufficiale in Europa senza il suo consenso.
La Superlega, nata nel 2021 con la partecipazione di 12 squadre, tra cui Juventus, Inter e Milan, ha subito subito una forte opposizione. Nove club si sono ritirati rapidamente, lasciando Real Madrid, Barcellona e Juventus come unici sostenitori del progetto. Tuttavia, la Juventus ha annunciato di voler fare un passo indietro, dopo aver affrontato procedimenti legali a livello nazionale e internazionale nella scorsa stagione.
Il ricorso presentato da A22 solleva la questione se la regola dell’Uefa che richiede l’approvazione preventiva per qualsiasi nuova competizione sia compatibile con il diritto della concorrenza nell’Unione Europea. La Corte dovrà decidere se l’Uefa debba garantire un accesso al mercato, evitando così di creare un monopolio totale.
Secondo Fabio Insenga, esperto di calcio, “Il calcio deve restare di tutti e aperto a tutti e deve trovare redditività e remunerazione nel sostegno dell’unica fonte inesauribile di sostentamento che ha sempre avuto: il coinvolgimento dei tifosi”.
La sentenza di domani potrebbe avere conseguenze significative per il calcio europeo. Se il ricorso venisse respinto, l’idea di una Superlega verrebbe definitivamente archiviata, confermando il totale controllo dell’Uefa sul calcio europeo. Al contrario, se il ricorso venisse accolto, si aprirebbe la strada a un calcio separatista e privato. Un’alternativa potrebbe essere un’accoglienza parziale del ricorso, che lascerebbe aperto il dibattito sul futuro del calcio in Europa.
Il calcio si trova di fronte a una sfida cruciale, in cui si devono bilanciare la storia e il ruolo sociale del calcio con la necessità di sostenibilità economica. “Il calcio deve coesistere come sport, espressione popolare e industria”, afferma Insenga. È fondamentale che gli organismi che gestiscono il calcio, come la Lega, la Federcalcio, l’Uefa e la Fifa, siano trasparenti e correggano gli errori commessi fino ad oggi.
Il futuro del calcio europeo è in bilico e la decisione della Corte di Giustizia Europea avrà un impatto significativo sul suo destino.
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