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La distorta narrazione mediatica sulle condizioni detentive italiane: una disinformazione che danneggia i detenuti

Contesto: ‘attenzione mediatica sulle condizioni dei detenuti italiani è spesso influenzata da interessi politici, come dimostra il caso di Chico Forti. Tuttavia, la rappresentazione delle carceri italiane come Grand Hotel è lontana dalla realtà, come sottolineano le Camere penali in un documento.

Sottotitolo 1: “Il caso di Chico Forti e la disinformazione mediatica”

Il recente trasferimento in Italia di Chico Forti per scontare la sua pena detentiva ha portato l’attenzione dei media sulle condizioni dei detenuti italiani. Tuttavia, come evidenziato dalle Camere penali, il modo in cui i media hanno affrontato il caso di Forti è emblematico della disinformazione sulle condizioni dei detenuti.

Nel corso di una trasmissione televisiva, le condizioni detentive italiane sono state presentate come “dorate”, con carceri paragonate a Grand Hotel. Questa rappresentazione è stata definita dalle Camere penali come una “vera opera di disinformazione” che non rispecchia la realtà delle oltre 61.000 persone detenute nelle carceri italiane.

Sottotitolo 2: “La realtà delle carceri italiane e la richiesta di riforma”

La realtà delle carceri italiane è ben diversa da quella presentata nei media. Le Camere penali sottolineano come le condizioni detentive siano disumane, con latrine spesso alla turca e numerose brande in cui sono costretti a dormire tra 10 e 15 detenuti per cella.

Questa situazione rappresenta una violazione della Costituzione, come evidenziato dalle Camere penali. Inoltre, la mancanza di attenzione mediatica sui 38 suicidi e i 52 morti per malattia o causa da accertare dall’inizio dell’anno rappresenta un’ulteriore dimostrazione della disinformazione sulle condizioni detentive.

Al contrario, le Camere penali sottolineano come si stiano facendo strada iniziative mirate alla sola dimensione contenitiva e repressiva, come l’introduzione del reato di rivolta commesso anche con condotte non violente di disobbedienza e resistenza passiva.

Per questo motivo, l’Unione delle Camere Penali ha deciso di organizzare una maratona oratoria in diverse città italiane, con l’obiettivo di dare voce a tutti coloro che, dentro le carceri, non hanno più diritti. La richiesta è quella di una riforma radicale del sistema penitenziario, accompagnata da una narrazione e una visione delle carceri finalmente aderente alla cruda realtà.

Luisa Pizzardi

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