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“La guerra tra Israele e Hamas produce oltre 280mila tonnellate di CO2 in 2 mesi”

Guerra a Gaza: un impatto ambientale devastante

Le guerre non solo causano morte e distruzione, ma contribuiscono anche in modo significativo al riscaldamento globale. Uno studio condotto da ricercatori americani e britannici e pubblicato dal Social Science Research Network ha rivelato che nei primi due mesi del conflitto a Gaza sono state generate emissioni inquinanti equivalenti a 281.315 tonnellate di CO2, pari al consumo di 150.000 tonnellate di carbone. Questi numeri superano le emissioni annuali di venti paesi a rischio per i cambiamenti climatici.

Aerei militari, bombe e razzi: i principali responsabili dell’inquinamento

La maggior parte delle emissioni è stata causata dalla risposta militare israeliana al massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre. I dati includono le emissioni di CO2 prodotte dai voli degli aerei militari israeliani e quelle causate dalla produzione e l’esplosione di bombe, proiettili d’artiglieria e razzi. Circa la metà delle emissioni è attribuibile ai circa 200 voli cargo americani che hanno trasportato 10.000 tonnellate di rifornimenti militari in Israele entro il 4 dicembre. Solo questi voli hanno rilasciato nell’atmosfera 133.000 tonnellate di CO2, l’equivalente dell’inquinamento annuale dell’isola di Grenada. I razzi sparati da Hamas verso Israele hanno generato 713 tonnellate di CO2, pari a 300 tonnellate di carbone.

“Questo studio è solo un’istantanea dell’impatto più ampio della guerra, un quadro parziale delle enormi emissioni di carbonio e degli inquinanti tossici che rimarranno a lungo dopo la fine del conflitto”, afferma Benjamin Neimark, della Queen Mary University of London, uno dei co-autori della ricerca.

Anche la ricostruzione avrà un impatto ambientale significativo

Anche dopo la fine del conflitto, ci saranno conseguenze per il clima. La ricostruzione di circa 100.000 edifici a Gaza genererà l’equivalente di almeno 30 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni annuali della Nuova Zelanda. Senza considerare l’inquinamento precedente: la rete sotterranea di tunnel costruita da Hamas, lunga 500 km, ha causato 176.000 tonnellate di emissioni di gas serra, più di quanto emetta l’isola di Tonga. La costruzione della barriera di 65 km che Israele ha eretto al confine di Gaza ha contribuito con altre 240.000 tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni annuali dell’intera Repubblica Centrafricana.

Questi dati evidenziano un problema più ampio: il costo climatico delle attività militari. Attualmente, i dati in questo campo sono classificati e non vengono presi in considerazione durante i negoziati alle conferenze annuali dell’ONU sul clima. “Questa ricerca ci aiuta a comprendere l’immensa portata delle emissioni militari, sia per preparare la guerra, che per condurla e ricostruire dopo la fine del conflitto. I conflitti armati spingono l’umanità sull’orlo di una catastrofe climatica”, afferma David Boyd, rapporteur speciale dell’ONU per i diritti umani e l’ambiente.

La guerra a Gaza non solo ha causato sofferenza umana, ma ha anche avuto un impatto devastante sull’ambiente. È fondamentale che si tenga conto di questi effetti nell’affrontare la crisi climatica e si adottino misure per ridurre l’impatto delle attività militari sull’ambiente.

Redazione

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