La vita che volevi, il ritratto di una donna transgender tra passato e presente su Netflix - Occhioche.it
La vita che volevi: la trama e i personaggi
La nuova miniserie di Netflix, La vita che volevi, porta sul piccolo schermo la storia di Gloria Priori, una donna transgender di successo interpretata da Vittoria Schisano. La serie, scritta da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, è ambientata nel Salento e segue la vita di Gloria, storica dell’arte e direttrice di una quotata agenzia turistica, che si vede costretta ad affrontare il suo passato quando Marina, l’amica del cuore dell’università, si presenta da lei in avanzato stato di gravidanza e con due figli al seguito.
Gloria scopre così di essere il padre di Andrea, uno dei due figli di Marina, concepito quando era ancora un uomo, Alessandro Priori. Oltre a dover affrontare la sua inaspettata paternità, Gloria si trova ad avere a che fare anche con Sergio, il papà di Arianna, e con Pietro, il futuro padre del nascituro, due uomini che porteranno ulteriore caos nella sua vita.
La vita che volevi si propone di raccontare la storia di una donna transgender lontana dagli stereotipi, focalizzandosi sulle sue scelte e sul suo presente piuttosto che sulla sua transizione. Tuttavia, la serie non convince del tutto, con risultati altalenanti e a tratti infelici.
La storia, pur presentando elementi insoliti per la serialità televisiva, non riesce ad emanciparsi dalla struttura classica dei canali generalisti, risultando fin dalle prime sequenze veterana e invecchiata male. Inoltre, la serie non raggiunge la complessità e la profondità di altri film e serie TV che hanno affrontato il tema della transessualità, come La moglie del soldato, Priscilla, la regina del deserto, Una donna fantastica e Emilia Perez.
Vittoria Schisano, classe 1977, è un’attrice italiana nota per il suo percorso di transizione, iniziato nel 2011. Dopo aver esordito come Giuseppe Schisano nella fiction Rai Mio figlio, l’attrice ha continuato la sua carriera a teatro e in televisione, partecipando a trasmissioni come Matrix Chiambretti e Ballando con le stelle.
Il ruolo di Gloria in La vita che volevi è quello che Vittoria Schisano aspettava da tutta una vita, poiché lontano dagli stereotipi cinematografici di prostitute o figure ai margini della società. Inoltre, l’attrice ha in comune con il suo personaggio il medesimo iter in Spagna, dove ha completato il cambio di genere, e una sequenza presente nel primo episodio della serie, in cui la protagonista subisce molestie e attenzioni non richieste da parte di un soggetto delle forze dell’ordine.
La vita che volevi è un dramma a corrente alternata, con un intreccio zoppicante e poco originale. La serie si ispira a film come Tutto su mia madre di Almodovar e Transamerica, ma non riesce a raggiungere la carica eversiva del regista spagnolo e i tratti drammatici del commovente road movie americano.
Inoltre, la bellezza del Salento, con le sue pietre color avorio e la luce calda, viene soffocata da elementi folkloristici come preti pro vita, santini e altarini, rendendo la serie poco credibile e poco coinvolgente.
La regia di La vita che volevi segue i personaggi con lo stesso schema di un fotoromanzo, con dialoghi che non entrano mai in contatto con i momenti di verità e musiche italiane e melodie che creano distanza anziché enfatizzare i momenti drammatici.
Il cast della serie è composto da attori volenterosi, ma poco convincenti. Vittoria Schisano cerca di imprimere sentimento e spessore al suo personaggio, ma non riesce a commuovere lo spettatore. Gli altri attori, come Giuseppe Zeno e Alessio Lapice, appaiono incolori e poco credibili nei loro ruoli.
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